Si cercano i complici che hanno coperto la latitanza dei due boss del clan Rinaldi arrestati ieri mattina sulla spiaggia di Ardea, in provincia di Velletri nel Lazio. Sergio Grassia detto “Sergiolino” e Raffele Oliviero detto o’ pop devono scontare 5 anni di carcere per associazione camorristica. Erano al mare anche perché al rione Villa nella ’46’ da tempo tira brutta aria per quelli del clan Rinaldi. E soprattutto Sergiolino Grassia, la cui abitazione di via Sorrento è stata più volte oggetto di stese da parte dei pistoleri del clan D’Amico-Mazzarella, sapeva che per lui era pericoloso stare in zona. I due, Grassia e Oliviero, sono stati bloccati mentre si preparavano a trascorrere una giornata di vacanza insieme ai loro familiari arrivati da Napoli. Ora sono rinchiusi nel carcere di Velletri in attesa di essere trasferiti a Napoli e nel frattempo i carabinieri, che li hanno arrestati, stanno cercando tra i telefonini e il materiale sequestrato, le tracce di chi ha coperto la loro latitanza in questi mesi. Con l’arresto di Sergio Grassia e Raffaele Oliviero si è chiuso il cerchio attorno al vertice del clan Rinaldi. Il mese scorsoa d Acerra era stato arrestato Ciro Grassia, fratello di Sergio, e qualche mese prima era toccato prima al boss Ciro Rinaldi detto mauè e prima ancora a Raffaele Maddaluno detto ‘nzalatella. I colpi inferti dallo Stato ai due clan in lotta ovvero i Rinaldi e i D’Amico -Mazzarella ha reso un po più libero il rione Villa. Da un mese circa non si registrano stese. Ma gli investigatori sono in allerta anche perché ci sono altri personaggi liberi soprattutto del clan D’Amico che sembra aver preso il controllo della zona.
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