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Elezioni Comunali: in 4 mesi 213 atti intimidatori

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Fare l'amministratore locale, o candidarsi per farlo, e' sempre piu' rischioso in Italia.

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ssLo attestano i 213 atti intimidatori, una minaccia ogni 13 ore, censiti da Avviso Pubblico dal 1 gennaio al 30 aprile 2019. Confrontando i casi censiti da Avviso Pubblico nel primo quadrimestre di ciascun anno, dal 2011 anno della prima edizione del Rapporto "Amministratori sotto tiro" ad oggi, emerge come il dato del 2019 sia senza precedenti. Mai in passato, infatti, si erano superati i 200 atti intimidatori nei primi 4 mesi dell'anno: furono 177 nel 2018, 183 nel 2017, 164 nel 2016, 169 nel 2015. Roma, Firenze, Cosenza, Varese, Cagliari, Salerno, Trento, Lecce, Modena, Caserta, Bergamo e Sassari sono alcune delle province coinvolte da minacce rivolte a donne e uomini che concorrono, democraticamente, ad una carica pubblica. In alcuni casi, come a Parabita (Lecce), Comune chiamato alle urne dopo uno scioglimento per mafia e la gestione straordinaria dei commissari prefettizi, i reiterati atti intimidatori hanno convinto un candidato sindaco a ritirare la propria lista. Una sconfitta non solo per quel territorio, ma per tutto il Paese: una ferita inferta alla nostra democrazia. A fronte di questa situazione, Avviso Pubblico chiede al Ministero dell'Interno di adoperarsi per garantire sui territori la massima sicurezza a tutti i candidati e alle candidate alle prossime elezioni amministrative e regionali, cosi' come agli amministratori locali gia' eletti. In un paese democratico, com'e' l'Italia, non e' accettabile che chi ricopre, o intende ricoprire, un incarico politico-istituzionale pro tempore, sia esposto a rischi concreti per la propria persona cosi' elevati come sono quelli che emergono da questi dati. Contro la rabbia sociale, la criminalita' politica e quella mafiosa servono fermezza e nessuna tolleranza, conclude la rete di regioni ed enti locali contro le mafie.

Articolo pubblicato il 8 Maggio 2019 - 20:42 - Redazione Cronaca

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