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Salerno, condannato l'uomo che massacrò la sua cagnolina 'Chicca'

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E' stato condannato ad un anno e 9 mesi Antonio Fuoco, il salernitano che massacrò di botte, uccidendola, la cagnolina "Chicca".

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Oggi pomeriggio è stata pronunciata la sentenza da parte del giudice monocratico del Tribunale di Salerno, Paolo Valiante.  L'udienza è cominciata con una lettera di scuse da parte di Antonio Fuoco. Successivamente alla discussione delle associazioni animaliste, ha preso la parola il difensore dell'imputato chiedendone l'assoluzione.  "Tutta la difesa è ruotata intorno al concetto "in fondo è solo un animale"- dichiara l'avvocato Paola Contursi dell'associazione DPA Onlus - Difesa Protezione Animali, ammessa parte civile - Brutte le argomentazioni, un salto nel passato e l'evidente poca conoscenza di tutte le normative in vigore, dal Trattato di Lisbona, alla legge 189/04". "Come associazione siamo soddisfatti della sentenza di condanna ad un anno e nove mesi di reclusione e dei 1000 mille di risarcimento per le associazioni; da anni chiediamo l'inasprimento delle pene per chi maltratta e uccide gli animali, ed insieme all'onorevole Paolo Bernini nella scorsa Legislatura abbiamo depositato diverse proposte di legge per aumentare le tutele degli amici animali. Continueremo a batterci su più fronti, a denunciare e ad esser presenti nelle aule di Tribunale: in una società che si reputa civile, non c'è più spazio per chi maltratta e uccide gli animali. Chicca ha finalmente avuto un pó di giustizia", conclude Alfredo Riccio, vicepresidente DPA Onlus. 
Il giudice della seconda sezione penale del tribunale di Salerno ha riconosciuto colpevole dei reati di uccisione e maltrattamenti di animali Antonio Fuoco, il sessantenne che nel febbraio di due anni fa, nella zona orientale di Salerno, prese a calci, finché non è morta, la sua cagnolina meticcia, Chicca. Il pm aveva chiesto una condanna a 1 anno e 4 mesi; il difensore di Fuoco, l'avvocato Gennaio Iovino, l'assoluzione perché, quando ha commesso il fatto, il suo assistito non avrebbe avuto la percezione di cosa stesse facendo. Il 60enne salernitano, oggi, non era presente in aula oggi, ma, attraverso il proprio difensore, ha presentato dichiarazioni spontanee scritte in cui ha chiesto scusa per quel gesto. Al processo, che si è svolto con il rito abbreviato come richiesto dalla difesa dell'imputato, erano costituite 12 parti civili, tra associazioni e comitati animalisti.

Articolo pubblicato il 8 Aprile 2019 - 18:23 - La Redazione

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