Napoli. Agguato al rione Villa, panico tra mamme e bambini fuori la scuola. Il Sindaco: “Serve l’aiuto dello Stato”

SULLO STESSO ARGOMENTO

Napoli. Panico questa mattina fuori la scuola elementare Vittorio Da Feltre dove a poco distante dal plesso scolastico è stato ucciso Luigi Mignano. Davanti al corpo dell’uomo c’era anche uno zainetto abbandonato che potrebbe essere del nipotino che Luigi, con il figlio Pasquale ferito alle gambe dai killer, stavano accompagnando a scuola. I colpi sono stati uditi da molti dei ragazzini che in quel momento stavano entrando a scuola e il panico si è diffuso in un attimo tra le mamme che hanno preso in braccio i figli cercando riparo nella auto in sosta, nell’istituto scolastico o nella vicina chiesa. L’agguato rientra nella guerra tra clan che si è scatenata per il controllo del territorio e le piazze di spaccio tra i i Mazzarella e i Rinaldi. Un contrasto armato, che grazie a numerose alleanze, dalla zona orientale di Napoli si e’ trasferita nel centro della città, ovvero ai Decumani e a Forcella dove i Rinaldi sono alleanti dei Sibillo e i Mazzarella dei Buonerba. Sulla vicenda è intervenuto anche il primo cittadino Luigi de Magistris che si appella allo Stato chiedendo più forze di polizia che possano fare un controllo costante e capillare del territorio cittadino.




LEGGI ANCHE

Carcere di Poggioreale: protesta dei detenuti del reparto Avellino

50 detenuti del reparto Avellino del carcere di Poggioreale hanno protestato battendo oggetti contro i cancelli di sbarramento dalle prime ore del mattino fino alle ore 15:00 di oggi. I detenuti contestavano la circolare DAP che disciplina la consegna di generi alimentari e indumenti da parte dei familiari (15 kg di indumenti e 5 kg di generi alimentari). Con arroganza, hanno preteso di parlare con il direttore minacciando ulteriori proteste. Grazie all'interlocuzione dell'unico agente rimasto chiuso...

Il clan dei telefonini in carcere. Il pentito: “Entravano nascosti nelle ruote delle sedie a rotelle dei familiari”

L'ingegno dei detenuti e dei loro familiari complici per entrare in carcere tutto quello che di illegale non conosce limite ne ostacoli. "Noi facevamo entrare i telefonini anche attraverso un detenuto di Marcianise di cui non ricordo il nome ma solo il soprannome plusiello, questa persona faceva entrare i telefonini utilizzando la sedia a rotelle di un familiare che veniva a trovarlo in carcere, in quanto le sedie a rotelle non vengono perquisite al momento...

IN PRIMO PIANO

LE VIDEO STORIE