E’ pure lui napoletano l’uomo ucciso ieri in Messico mentre si trovava in un ristorante insieme con altre due persone. Si chiamava Salvatore De Stefano e aveva 38 anni. Da anni viveva in Messico e faceva il commerciante aveva anche un negozio di ferramenta. La polizia messicana è già sulle tracce del killer. Si tratterebbe di un altro napoletano perchè durante l’esecuzione chi era in sala lo ha sentito urlare delle imprecazioni in dialetto napoletano prima di premere il grilletto contro la vittima. Poi si è allontanato con calma come se nulla fosse accaduto. Il quotidiano messicano “La Silla Rota” pubblica la foto, presa dalle telecamere di vigilanza, del killer, un uomo tra i 25 ed i 30 anni con un giubbotto nero ed un berretto. L’agguato é avvenuto un ristorante di Città del Messico, “La Bella Donna” nel quartiere di Cuauhtemoc nel centro della capitale messicana nella notte tra mercoledì e giovedì, quando un uomo armato ha sparato contro Salvatore De Stefano – che era insieme a due suoi amici italiani – mentre stava pagando il conto. Subito dopo il killer è fuggito in sella di una motocicletta guidata da un complice che lo aspettava. Colpito da diversi proiettili, l’uomo è poi deceduto dopo il ricovero in ospedale. Alcuni media messicani parlano di una vendetta perché avrebbe venduto macchinari cinesi spacciandoli per tedeschi. ma non è escluso invece che il movente sia altro. E subito si ricorda la vicenda di Vincenzo Cimmino, Raffaele e Antonio Russo, i tre cittadini napoletani scomparsi nel gennaio del 2018 in Messico. Secondo le autorità locali, che nel febbraio dello scorso anno arrestarono 4 agenti della polizia di Tecalitlan sospettati di aver fermato i tre per consegnarli ad un gruppo armato, i tre italiani erano dediti alla vendita di prodotti contraffatti. La loro scomparsa è avvenuta in una zona considerata un feudo del Cartel Jalisco Nueva Generación, una delle organizzazioni criminali più potenti del Messico, dove non è raro che gli agenti della polizia locale agiscano al servizio di tali gruppi.
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