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Crollo nella scuola, il Comune apre un’indagine interna. La Cgil: “Aspettiamo ancora un osservatorio regionale”

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Sant’Anastasia. Aperta l’indagine interna al Comune su disposizione del Sindaco, per accertare se, dagli atti dell’ufficio tecnico, risulta possibile risalire al periodo della messa in opera della parete in ‘calcestruzzo cellulare’, divisoria di due aule, crollata ieri al primo piano del plesso scolastico di corso U.I°. Fermo restando le indagini della magistratura, condotte ieri efficacemente dalla dott.ssa Francescapaola Colonna Romano, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Nola, ed ovviamente ancora in corso, il sindaco ha intenzione di andare a fondo per comprendere se vi siano responsabilità da parte dell’Ente. Ogni anno, infatti, tra gli altri interventi, prima dell’inizio dell’anno scolastico tutte le scuole vengono sottoposte a verifiche, quindi appare illogico che nessuna segnalazione sia stata fatta relativamente alla parete crollata. A scuola o al comune qualche traccia dei lavori effettuati dovrebbe esserci ed è questo che anche il sindaco intende scoprire mediante l’indagine interna. “Come già anticipato ieri, abbiamo dato ufficialmente via alle indagini interne ed ho chiesto all’ufficio tecnico comunale di ricostruire la provenienza, la data dei lavori e tutto quello che riguarda la parete che è crollata. Gli uffici, quindi, sono stati attivati e, nel più breve tempo possibile, intendo ottenere i risultati delle nostre indagini interne, fermo restando gli sviluppi che avranno quelle degli Enti sovracomunali. Presumo che emergeranno delle responsabilità e, quindi, al più presto dobbiamo accertarle, perché episodi spiacevolissimi come questo non accadano mai più. Al più presto dobbiamo risalire a come sia potuto succedere un tale evento, perché la sicurezza del territorio, soprattutto la sicurezza dei bambini – dice il sindaco Lello Abete – è una cosa prioritaria per me. Abbiamo dato la massima attenzione alle scuole e per questo voglio capire che cosa è successo. Di fronte a relazioni che non mi garantivano sicurezza, sono stati chiusi un plesso intero, quello di via Sodani ed un’ala della Tenente Mario De Rosa. Questo significa che sono state fatte delle prove e delle verifiche sugli istituti scolastici del paese, dunque va fatta chiarezza. Non è il momento delle polemiche, né degli sciacallaggi sui social da parte di pseudo giornalisti, occorre agire. Fortunatamente non è successo niente di irreparabile agli alunni ed alla maestra; sia ieri che oggi sono stato loro vicino, mi sono personalmente sincerato del loro stato di salute e parlando anche con le famiglie ho ricevuto rassicurazioni ed appurato che non è successo nulla di grave ai nostri ragazzi. Mi fa piacere l’attenzione che hanno avuto gli Enti sovracomunali, dalla Regione al Governo nazionale, verso l’accaduto e colgo l’occasione per fare loro un appello e chiedere più aiuto, più sostegno, soprattutto finanziario, per poter dare soluzioni efficaci al problema degli edifici scolastici, problema che tocca non solo Sant’Anastasia ma tutti i comuni, soprattutto quelli del sud Italia, che hanno bisogno sempre di maggiori risorse per mettere in sicurezza e rendere decorose le scuole“.Sull’episodio di Sant’Anastasia scende in campo anche la Flc Cgil Campania e il segretario generale Ottavio De Luca: “In un paese normale, la scuola dovrebbe essere il luogo più sicuro. E invece si ripetono da anni notizie di crolli negli istituti, scuole interdette per verifiche strutturali, ferimenti di insegnanti e studenti. Un fenomeno che interessa tutto il Paese ma che in Campania assume dimensioni particolarmente preoccupanti. L’ultimo esempio arriva da Sant’Anastasia, dove il crollo di una parete ha ferito un alunno ed una maestra: una situazione inaccettabile. Lo stato dell’edilizia scolastica – si legge in una nota – non può neanche più definirsi una emergenza: è un disastro sistemico per cui non arrivano soluzioni definitive. Tutto si scarica sul personale della scuola, a partire dai dirigenti scolastici, privi di strumenti e appesantiti da enormi responsabilità. Altro che controlli biometrici: occorrono soldi per la sicurezza delle scuole e non per inutili sistemi di controllo, solo repressivi, che non migliorano l’efficienza del sistema. L’edilizia scolastica deve diventare una priorità a livello nazionale non solo per garantire il pieno godimento del diritto all’Istruzione dettato dalla Costituzione, ma anche per salvaguardare l’incolumità fisica di studentesse, studenti e personale dell’Istruzione”. Infine il segretario generale chiede un intervento del Governo per una campagna di messa in sicurezza degli edifici scolastici.Sul piano locale, invece, De Luca ricorda come le organizzazioni sindacali “aspettino ancora di essere convocati dalla Regione e dall’USR per costituire un osservatorio regionale dell’edilizia che possa stabilire le priorità, orientare le risorge, governare le emergenze. Che le istituzioni compiano degli atti, invece delle solite parole, per tutelare le nostre scuole, i nostri giovani, il nostro futuro”. 


Articolo pubblicato il giorno 18 Aprile 2019 - 17:26

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