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L'amara sorpresa per i proprietari di casa è arrivata nel 2013 quando sono stati notificati anche a loro i primi atti della magistratura: le abitazioni sono abusive e vanno abbattute. Questo in sostanza quanto hanno deciso i giudici. Prima di allora, nulla. Nessuno degli attuali proprietari ha potuto opporsi ad ingiunzioni di abbattimento o contestare quanto stava accadendo. Da qui le azioni legali, tutte cadute nel vuoto, fino alla Cassazione che ha confermato l'abbattimento nei mesi scorsi. In questa storia 'imbarazzante' e 'intricata' le vittime che rischiano di rimanere senza casa nonostante i sacrifici economici fatti sono diventati gli 'abusivi' del Parco del Vesuvio.
A far luce sul mega imbroglio dovrebbe essere la magistratura che fino ad ora ha puntato la sua attenzione esclusivamente sull'abuso edilizio, tralasciando responsabilità 'palesi' a vari livelli in cui esistono delle vittime e dei carnefici e i carnefici non sono certamente gli attuali proprietari che, nei giorni scorsi, hanno protestato anche dinanzi alle telecamere di Pomeriggio 5.
La storia parte da lontano, correva l'anno 1987, e al centro di questa vicenda c'è una società immobiliare intestata a prestanomi di un noto costruttore. A costruire realizzare le abitazioni è stata la società immobiliare Futura 2001 srl, intestata ad una coppia di anziani coniugi Maria Aquino e Giuseppe Cirillo, suoceri del noto costruttore Andrea Vaiano - già al centro di un'inchiesta della Dda di Salerno per la realizzazione del Polo scolastico a Scafati e ex presidente dell'Us Scafatese calcio -, è lui il protagonista non trascurabile dell'intera vicenda. La Futura 2001, nome che sa di beffa alla luce di quanto accaduto dopo, realizzò il complesso residenziale, grazie alla concessione edilizia (la stessa richiamata nei rogiti notarili) n. 590/87 rilasciata dal Comune di Terzigno ad Amura Raffaela. La concessione porta la firma dell'allora sindaco Pietro Pagano. Ma pare che quel permesso a costruire sia stato poi annullato, o quanto meno non era stato rilasciato per realizzare quelle 14 costruzioni. Un particolare che i proprietari hanno scoperto solo nel 2013 quando si sono visti recapitare gli ordini di abbattimenti ai quali hanno proposto ricorso.
In virtù di quella concessione, dunque, la società realizzò il Parco S. Lucia e le abitazioni poi sottoposte a procedura di abbattimento ed a partire dal 1996 vendette agli attuali proprietari o ai loro successori.
Sembrava tutto regolare quando, gran parte di loro, si recarono dal notaio Luisa Ragosta Ciccarelli di Ottaviano per stipulare gli atti di compravendita e le banche - dopo una perizia tecnica e sopralluogo - concessero i mutui agli acquirenti. Sugli atti sono descritti con minuzia di particolari le particelle - tutte ricadenti nel Comune di Terzigno - e i dati di abitazioni che, si scoprirà dopo, sono completamente abusive. L'inganno è continuato anche dopo quando le banche hanno periziato appartamenti e villette, concedendo i mutui per l'acquisto che i proprietari hanno regolarmente pagato. Anche loro non si sono accorte che le abitazioni erano abusive. Tutto regolare anche il pagamento delle tasse al Comune di Terzigno per il quale quelle abitazioni sono sempre ufficialmente esistite e per le quali sono state pagate Imu e Tarsu. Per anni quelle 14 abitazioni erano tranquille case situate alle pendici del Vesuvio in piena zona parco. Ma covava sotto la cenere il lento incedere della magistratura che ha contestato ai coniugi Cirillo la realizzazione degli appartamenti e li ha condannati ad abbattere e ripristinare lo stato dei luoghi. Dietro di loro, Andrea Vaiano, al quale le famiglie hanno chiesto conto e ragione di quello che stava accadendo. Ma alle aspre proteste il costruttore che ha intascato i soldi con la società Futura 2001 ha fatto spallucce, temporeggiando e cercando di tenere buoni i proprietari, ormai disperati, con fumose e vaghe promesse.
Le 14 famiglie si sono rivolte anche al sindaco di Terzigno, Francesco Ranieri, che ha promesso di cercare una soluzione. Il Comune potrebbe acquisire le abitazioni abusive al patrimonio comunale, per evitare l'abbattimento, e poi consentire ai proprietari di viverci pagando un fitto. Una soluzione paradossale ma che eviterebbe agli abitanti di perdere l'unica casa che hanno acquistata con anni di sacrificio. In alcuni appartamenti vivono anche anziani allettati, bambini. Famiglie monoreddito che sono solo le vittime di un raggiro partito da lontano. Una vicenda che si è incancrenita col tempo e che è frutto di una regia unica, quella di un imprenditore spregiudicato che ha giocato sulla pelle degli acquirenti per arricchirsi, senza rischiare nulla. Una vicenda che va approfondita anche per verificare se il costruttore abbia beneficiato di protezioni istituzionali, a più livelli, che gli hanno consentito di mettere a segno la mega truffa ai danni dei 14 acquirenti che ora chiedono aiuto: "Non fateci finire a dormire per strada, abbiamo lavorato una vita intera per questa casa. Qui ci sono tutti i nostri risparmi".
Rosaria Federico






