Scomparsi in Messico, scarcerato ‘el Quince’ coinvolti nella sparizione. Si infittisce il mistero

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Napoli. Una strana scarcerazione quella di ‘el Quince’ arrestato per il coinvolgimento nella scomparsa dei napoletani Raffaele e Antonio Russo e Vincenzo Cimmino: a denunciare quanto è accaduto in Messico nei mesi scorsi l’avvocato Claudio Falletti, avvocato delle famiglie Russo e Cimmino, che ha appreso la notizia direttamente in Messico. Lo scorso 30 luglio, Jose Gualupe Rodriguez Castillo alias ‘el Quince” o “don Lupe”, ritenuto legato al crimine locale e coinvolto nella sparizione dei tre napoletani è stato arrestato, ad ottobre è arrivata la scarcerazione per mancanza di elementi a suo carico. L’arresto di ‘el Quince’, personaggio eccellente, fece ben sperare per il ritrovamento dei tre napoletani, le autorità locali indissero una conferenza stampa per diffondere la notizia. Poi sulla vicenda è caduto il silenzio. E ancora una volta si verificano strani episodi di depistaggio. Da qualche mese Falleti sta passando al setaccio gli atti sulla vicenda dei tre italiani: un fascicolo della Procura di Jalisco, lo stato dove gli italiani sono scomparsi, di circa 3.500 pagine. Falleti ha appreso dagli inquirenti messicani che prima della scadenza dei 90 giorni di custodia cautelare agli arresti domiciliari, il procuratore di Jalisco ha chiesto di fissare l’udienza per decidere del rinvio a giudizio di el Quince, proprio in relazione alla sparizione dei nostri connazionali. “Il giudice, invece, – sottolinea demoralizzato – non ha ritenuto sufficienti le prove e ne ha disposto la liberazione”.
“E’ assurdo e inaccettabile – sottolinea il legale – che gli inquirenti abbiamo, al momento dell’arresto del Quince, addirittura indetto una conferenza stampa, per dichiarare pubblicamente il suo coinvolgimento nella sparizione di Raffaele, Antonio e Vincenzo, e che aveva ‘a libro paga’ i poliziotti di Tecalitan. Poi, non conferma le accuse e lo libera, già lo scorso ottobre, senza rendere noto l’accaduto. Il nome del Quince era già noto agli atti da febbraio. E le auto ritrovate? E le prove importanti raccolte?”. L’8 marzo il Messico dovrà riferire sulla vicenda all’Onu: “Chiedo, con tono perentorio, – conclude Falleti – che la politica italiana svolga il proprio ruolo a difesa dei propri cittadini e che lavori alla ricerca della verità. Noi continueremo a tenere viva la vicenda, con contatti direttamente in Messico, perchè è un dovere far sapere alle famiglie che fine hanno fatto i loro congiunti”.


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