“Spero non si sia deciso sulla base di criteri puramente burocratici perché sarebbe sbagliato. A Napoli si spara ancora, questa gentaglia dei Casalesi del clan Zagaria continua ad avere degli alleati, delle presenze”. Il magistrato Gian Carlo Caselli è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano, commentando la decisione di togliere la scorta al giornalista Guido Ruotolo. “Nel nostro paese chi agisce con rigore, coraggio è visto un po’ come un marziano e chi ha la schiena dritta diventa un bersaglio. Il fatto – aggiunge Caselli – è che per molte persone il problema non è il male, ma raccontare questo male. Spero che non siano questi i motivi che hanno portato a togliere la scorta a Ruotolo. Ovviamente non è che uno si sveglia la mattina e decide di togliere una scorta. Ma a me non sembra il momento di dire che la mafia è sconfitta. In un Paese che ha problemi di comunicazione, chi comunica bene e racconta cos’è la mafia è considerato un problema”.
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