Rubavano merce in tutta Italia con aziende di trasporto fantasma: a processo la gang di napoletani

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Almeno dieci milioni di euro di merce rubata alle piccoli e grandi aziende in circa cento undici i colpi contestati e oltre settanta indagati. Per ora finiscono a i due capi dell'organizzazione, Gaetano Vezzi di e Umberto Guadagno di Sarno, mentre sei sono le persone mandate a giudizio dal gup Leda Rossetti che chiude così la fase preliminare della maxi inchiesta “Big Boat”. Il processo si celebrerà i prossimo aprile e, insieme ai due capi, anche Giuseppe Federico di Pompei, Luigi Nappo di San Giuseppe Vesuviano, Francesco Vastola di San Valentino Torio e Gennaro Piccolo che avevano nell'organizzazione ruoli minori. Il gruppo avrebbe operato tra il napoletano e l'Agro sarnese nocerino. In pratica, attraverso società di trasporto fittizie, il gruppo otteneva commesse da ditte accreditate sui borsini nazionali, fornendo false referenze attraverso posta elettronica, polizze assicurative e documenti di circolazione contraffatti. Ottenuta la merce veniva poi consegnata a ricettatori in tutta Italia.
I primi sequestri, come ricorda Il Mattino, furono effettuati in due depositi di Sarno e tra le vittime truffate finì anche la Marcegaglia spa, nota impresa del settore siderurgico. La merce che spariva era di vario tipo: dalle motoslitte a confezioni di Parmigiano Reggiano, vini, prodotti per l'edilizia, profumi, generi alimentari, accessori per computer, giochi per bambini, fertilizzanti e indumenti. Come ogni organizzazione che si rispetti, a ognuno il suo ruolo: c'era chi metteva a disposizione i depositi per nascondere la merce, chi era impegnato a creare le imprese per ottenere le spedizioni. Alcuni combinavano gli incontri, altri mantenevano contatti con i complici, c'era chi si occupava della falsificazione delle targhe, chi cl denaro comprava il silenzio. Tutto questo per un totale di diciassette carichi di merce rubata e sequestrata.



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