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Una famiglia allo sbando quella dei genitori del piccolo ucciso in cui l'indigenza ma anche le difficoltà oggettive sono esplose insieme alla tragedia di domenica scorsa. Valentina - originaria di Massa Lubrense, e i suoi tre figli risiedevano a Cardito, una circostanza che era sconosciuta anche al padre e alla famiglia di Felice che vive a Pompei. L'impossibilità a far fronte alle esigenze materiali e affettive dei tre bambini pare avesse definitivamente allontano Felice dalla sua compagna Valentina. Tanto che il Tribunale per i minori ha sospeso la patria potestà al padre naturale per i due bambini sopravvissuti: Noemi e il fratellino più piccolo. La città di Cardito ha annunciato che domani proclamerà il lutto cittadino e il sindaco parteciperà ai funerali di Giuseppe che si terranno domani pomeriggio nella chiesa di San Giuseppe, in via Aldo Moro. La città di Pompei non ha proclamato il lutto cittadino, ma il sindaco Pietro Amitrano si è attivato affinchè il piccolo possa ricevere proprio nella città mariana l'ultimo saluto. La salma verrà tumulata nel cimitero di Pompei, nonostante il piccolo non fosse residente. Sul manifesto funebre poche righe e la foto del piccolino con un travestimento di carnevale, insieme a quella della madonna del Rosario: "I familiari ne annunciano la morte" c'è scritto. Nessun nome, né dei genitori né dei fratellini, nessuna sfilza di manifesti di ricordo e condoglianze e nessuna frase particolare se non quella di rito. Di Giuseppe parla tutto il mondo, ma non quelli che lo avrebbero dovuto amare in vita. Intorno al piccolo il vuoto di amici, parenti, maestre. Sul manifesto c'è scritto: "Confidando nell'amore del Signore, affidiamo alla sua misericordia la breve esistenza terrena di Giuseppe Dorice di anni 7". Giuseppe è morto ucciso dalle botte del patrigno, mentre la mamma non è riuscita a fare nulla per salvarlo e per occuparsi di lui, né della sua sorellina ferita gravemente. E il padre non sapeva nulla di quanto stava accadendo in quella casa di Cardito, non conosceva neppure la casa. La morte di Giuseppe è figlia di un'esistenza sfortunata, nella quale è difficile stabilire quanto abbiano pesato le omissioni e l'indifferenza prima di quella tragica mattina di domenica. La morte di questo piccolino di cui ora nessuno riesce a ricordare neppure un pensierino scritto in un quaderno a scuola, o quali fossero i suoi amici o i suoi miti, è la conseguenza dell'esistenza 'abbrutita' di genitori incapaci di prendersi cura di lui e dei suoi fratelli, ma anche e soprattutto di un uomo-bruto che ha scatenato la sua violenza omicida contro un piccolo indifeso, uccidendolo a colpi di scopa. Un omicidio brutale al quale è inconcepibile dare una qualsiasi spiegazione. Giuseppe Dorice di anni 7 non vive più, ma il suo sacrificio aiuterà i suoi fratellini, salvandoli dalla brutalità e da una vita di sofferenza.
Rosaria Federico





