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La perizia dei Ris è contenuta in un'informativa consegnata alla Procura di Cassino nella quale in sostanza si ribadisce ciò che era emerso dall'atto istruttorio: per la morte di Serena Mollicone, uccisa il 1 giugno del 2011, le indagini conducono a Marco Mottola e al padre Franco. I due, con la moglie di quest'ultimo Anna sono infatti da tempo iscritti nel registro degli indagati per omicidio volontario in concorso e occultamento di cadavere. Secondo quanto emerso dalla perizia dei Ris Serena Mollicone, studentessa 18enne, sarebbe stata colpita negli alloggi della caserma al culmine di una lite. Successivamente il cadavere sarebbe stato spostato nel boschetto dell'Anitrella dove poi è stato trovato. La perizia medico-legale infatti indica una compatibilità tra lo sfondamento della porta dell'alloggio della caserma dei carabinieri di Arce e la frattura cranica riportata da Serena Mollicone. L'informativa raccoglie tutto il materiale investigativo su un delitto avvenuto 18 anni fa. Ora il pm dovrà valutare come proseguire.
"A 8 anni dall'iscrizione nel registro degli indagati ancora non si sa come andrà a finire la loro vicenda processuale" commenta l'avvocato Francesco Germani, legale della famiglia Mottola sottolineando di essere "sicuro dell'innocenza" dei suoi assistiti. La vicenda giudiziaria dell'omicidio della diciottenne Serena è stata tortuosa. Due anni dopo il delitto fu arrestato con le accuse di omicidio e occultamento di cadavere Carmine Belli, un carrozziere poi prosciolto da ogni accusa dalla Cassazione. Il caso sembrava destinato a restare un mistero. Ma i dubbi, soprattutto quelli sui depistaggi, erano troppi. Le indagini sono poi proseguite anche attraverso sofisticati accertamenti scientifici per arrivare alla verità. Arrivò così la perizia dei Ris a segnare una svolta concreta.
"Serena troverà finalmente pace, dopo più di 17 anni". Guglielmo Mollicone ripercorre il caso della figlia, ritrovata cadavere nel bosco di Fonte Cupa ad Anitrella con un sacco in testa, stretto con nastro adesivo, carta in bocca, oltre a mani e piedi legati. "La verità sta uscendo fuori, nonostante i depistaggi" dice, commentando quanto trapelato dalla relazione conclusiva dei carabinieri del comando provinciale di Frosinone e dai colleghi dei Ris, depositata ieri pomeriggio in Procura a Cassino. "Ho sempre avuto il timore che potessero anche scappare, ora devono pagare, voglio che li arrestino. Temo che possano scappare anche con dei passaporti falsi. Per me non è stato soltanto il figlio dell'ex comandante della stazione dei carabinieri locale, come sostengono gli inquirenti nell'informativa, perché il giovane potrà avere anche avuto uno scatto d'ira, ma la mia 'bambina' poteva essere salvata e, invece, è morta soffocata. Serena ha perso tanto sangue, non respirava. E' morta dopo 4 o 5 ore e, non per il colpo ricevuto, ma per il sacchetto in testa che non le permetteva di respirare. Per me la colpevolezza è anche dei genitori. L'ho sempre detto". "Colpevoli di sicuro moralmente per me anche i militari presenti, due, uno è morto - conclude il papà -, che l'avranno sentita urlare e non sono intervenuti. Da un tutore dell'ordine, sinceramente, mi aspetto di più".
Omicidio Mollicone, la perizia del Ris inchioda l'ex maresciallo di Arce e suo figlio. Il padre: "Serena troverà pace"
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