Mafia, lo Stato chiede 2 milioni di euro alla famiglia di Riina per le spese sostenute nei 24 anni di carcere

SULLO STESSO ARGOMENTO

I suoi ventiquattro anni al carcere duro sarebbero costati allo Stato circa 2 milioni di euro. Un conto salato presentato ai familiari di un detenuto “eccellente”, il boss mafioso Toto’ Riina, nel frattempo passato a miglior vita. A notificare la cartella esattoriale da pagare alla moglie del padrino di Corleone, Ninetta Bagarella, e’ stata Riscossione Sicilia, la societa’ che riscuote i tributi nell’isola. “A noi sembra una boutade perche’ la legge esclude espressamente che il rimborso per le spese di mantenimento in carcere si estenda agli eredi del condannato. Percio’ stiamo studiando bene la questione per vedere in che termini e'”, ha commentato il legale dei Riina, l’avvocato Luca Cianferoni. Il riferimento e’ all’articolo 189 del codice penale che, dopo aver disposto l’obbligo per il detenuto di rimborsare le spese sostenute dall’Erario dello Stato per il suo mantenimento in cella, esclude che l’obbligazione si estenda agli eredi: in questo caso moglie e figli del capomafia corleonese. Arrestato il 15 gennaio del 1993 dopo 23 anni di latitanza, il capo dei capi ha trascorso al 41 bis 24 anni. Ad attivare la procedura di recupero del credito sarebbe stato, attraverso il ministero della Giustizia, il carcere di Parma, ultimo istituto penitenziario in cui il capomafia e’ stato detenuto ed e’ morto. Per la prima volta in cella Riina entro’ a 18 anni. Un “battesimo” criminale precoce e un’accusa grave: l’omicidio di un coetaneo, durante una rissa, per cui venne condannato a 12 anni. Nato a Corleone il 16 novembre del 1930 da un famiglia di contadini, fino ad allora aveva alle spalle solo qualche furto. Poca roba, fino all’incontro con Luciano Leggio, all’epoca mafioso rampante che stava tentando di farsi strada. Fu lui, suo compaesano, a farlo entrare in Cosa nostra. Un metro e 58, che gli valse il soprannome di Toto’ U Curtu, usci’ dall’Ucciardone nel 1956, a pena scontata solo in parte, e fu arruolato nel gruppo di fuoco di Leggio. Tornato in cella nel 1963 per una carta di identita’ rubata e una pistola illegale, torno’ dietro alle sbarre per uscire, dopo un’assoluzione per insufficienza di prove nel 1969. Mandato fuori dalla Sicilia al soggiorno obbligato, non lascera’ mai l’Isola scegliendo una latitanza durata oltre 20anni. Da ricercato inizio’ la sistematica eliminazione dei nemici: in Cosa nostra e nelle istituzioni. Sarebbero stati oltre 100 gli omicidi in cui e’ stato coinvolto e 26 gli ergastoli a cui e’ stato condannato. Con la morte del padrino sono rimaste senza risposte molte domande: sui rapporti Mafia e politica, sulla stagione delle stragi, sui cosiddetti delitti eccellenti, sulle trame che avrebbero visto Cosa nostra a braccetto con poteri occulti in una comune strategia della tensione. Riina non ha mai mostrato alcun segno di redenzione.


Torna alla Home


In occasione del 90° compleanno dell'iconica attrice italiana Sofia Loren, la città di Sorrento si prepara ad accogliere un evento straordinario che celebra la sua vita e il suo legame profondo con questa splendida località costiera. L'Associazione Piacere Sorrento, in collaborazione con la Galleria di Raffaele Celentano, LABout by Stylo...
Oroscopo di oggi 25 aprile 2024: le previsioni dello zodiaco segno per segno Ariete (21 marzo - 19 aprile) Questa giornata potrebbe portare nuove opportunità nel tuo percorso di carriera, Ariete. Utilizza la tua energia e la tua determinazione per fare un passo avanti. In amore, potrebbe essere necessario aprire il...
Gianni Morandi, riesce sempre a sorprendere e allo stesso tempo preoccupare i suoi fans. Oggi con un post sui social è apparso bendato a un occhio. Dopo un piccolo intervento ambulatoriale, Morandi ha ironizzato dicendo "Ho fatto a pugni", scatenando la curiosità e l'ilarità dei suoi fans. La pubblicazione della foto...
22 treni in più nei giorni festivi, potenziata l’offerta anche in occasione del Comicon

IN PRIMO PIANO