Voto di scambio: anche cresime ad Arzano come contropartita per l’elezione della sorella del boss

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Cresime ad Arzano, popoloso comune in provincia di Napoli, in cambio di voti: si era ridotto anche a questo il mercimonio delle preferenze per le amministrative di Maddaloni. La circostanza emerge dall’indagine della Dda di Napoli e della Squadra Mobile di Caserta che ha portato agli arresti domiciliari, per voto di scambio e corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso, l’ex consigliera comunale di Maddaloni, Teresa Esposito (sorella del boss Antonio Esposito, detto o’ sapunar ndr), i fratelli Giovanni ed Edoardo e la madre dei tre Carmela Di Caprio. Gli inquirenti hanno accertato che un intermediario di Teresa Esposito, grazie ad un parroco di Arzano , avrebbe fatto cresimare venti persone di Maddaloni, senza fare loro sostenere il corso; i cresimati avrebbero poi dato il voto alla Esposito. Gli agenti della Squadra Mobile di Caserta hanno perquisito l’abitazione del sindaco del comune casertano Andrea De Filippo, che figura nell’elenco degli indagati insieme con un funzionario dell’amministrazione comunale. Il primo cittadino, secondo gli inquirenti, avrebbe promesso controlli “vessatori” in una ditta di distribuzione gas per ottenere un pacchetto di voti da un altro imprenditore, dello stesso settore, che in cambio delle preferenze dei suoi dipendenti voleva fiaccare la concorrenza. L’indagine e’ legata alla figura del boss Antonio Esposito, fratello degli arrestati, non indagato nella vicenda; nel quartiere di via Feudo dove il boss dettava legge, il suo nome non veniva neanche speso, bastava che si presentassero i fratelli o la sorella perche’ le persone si adeguassero alle richieste. Nessuno tra i residenti ha denunciato episodi di voto di scambio, ne’ ha collaborato con le indagini. Edoardo Esposito, arrestato dalla Squadra Mobile di Caserta con i fratelli Teresa e Giovanni e la madre, nell’ambito dell’indagine sul voto di scambio al comune di Maddaloni, minaccio’ platealmente in udienza il pm della Dda di Napoli Luigi Landolfi, il sostituto che ha coordinato l’indagine odierna. “Ti taglio la testa” urlo’ Edoardo Esposito al pm nel maggio scorso, al termine del processo che aveva condannato all’ergastolo per omicidio il fratello dell’uomo, il boss della camorra maddalonese Antonio Esposito. La rabbia di Edoardo Esposito scatto’ alla lettura della sentenza da parte della Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere; seduto al primo piano dell’aula, nella zona riservata al pubblico, prima sbatte’ la testa contro il vetro, e poi lancio’ offese e minacce al pm; dopo l’udienza, Esposito e’ stato denunciato per oltraggio e minacce. In quella circostanza, il boss Antonio Esposito fu condannato per l’omicidio di Daniele Panipucci, avvenuto a Maddaloni nel 2016 e maturato nell’ambito dello spaccio di droga.




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