foto di repertorio
Sono cinque i giudici di pace coinvolti, nove avvocati, medici ed altre persone con dei ruoli precisi, coinvolti nell’inchiesta sui falsi sinistri stradali nel napoletano. I professionisti e gli indagati dovranno rispondere di truffa, corruzione in atti giudiziari e falso. L’indagine, condotta dalla Procura di Roma, ha visto la firma di oltre cinquanta avvisi di conclusione indagini. Dal giudice al testimone, passando per il passeggero. Tutti avevano un ruolo ben preciso, inoltre gli inquirenti romani hanno appurato anche un giro di tangenti per fa sbloccare i mandati di pagamento per incidenti mai avvenuti. Computer, cellulari, orologi di valore, vini e soldi, erano alcuni dei regali fatti ai togati per l’apposizione di un timbro. “Le indagini condotte – scrivono gli investigatori – hanno permesso di accertare illeciti indennizzi «sentenziati» dai giudici di pace coinvolti, per un ammontare pari ad oltre 120 mila euro”. Un ruolo importante è stato giocato anche da consulenti e assicuratori oltre che da medici compiacenti che firmavano referti falsi e che sono stati acquisiti mesi fa dai militari dell’arma. I giudici di pace, tutti operativi tra i tribunali di Nola, Marigliano e Sant’Anastasia dovranno difendersi, insieme a tutti gli altri soggetti coinvolti, dalle pesanti accuse e dimostrare la loro estraneità dei fatti nell’eventualità inizi il processo.
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