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Il mercato del falso lungo l’asse Napoli-Trento: i ruoli e il funzionamento

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Pedinamenti e intercettazioni, sia telefoniche che ambientali, hanno permesso Guardia Di Finanza di ricostruire la filiera del falso e del commercio online illegale di false griffe lungo l’asse Trento-Napoli e che ieri ha portato al’emissione di 11 ordinanze cautelari. C’era chi avrebbe acquistato prodotti contraffatti da varie fabbriche clandestine di Napoli, per poi spedirli via posta ai clienti contattati su internet: il pagamento sarebbe avvenuto tramite postepay. E chi, utilizzando finti nomi e schede telefoniche intestate a terze persone, sarebbe stato in grado di gestire un flusso di capi d’abbigliamento proveniente da Cina, Turchia e Vietnam. Ai prodotti sarebbero poi stati apposti i marchi di alcune delle più note firme, e alcuni degli indagati si sarebbero riforniti di altri capi d’abbigliamento e accessori con marchi contraffatti anche da un altro gruppo criminale comandato da una coppia di Acerra.

I due  avrebbero gestito un’organizzazione familiare composta da sei persone, che sarebbe stata in grado di produrre e commercializzare borse di ogni tipo e delle più svariate griffe di alta moda. Il gruppo avrebbe operato a Napoli e avrebbe usato appartamenti e locali per la fabbricazione, il deposito e la vendita della merce contraffatta: la produzione sarebbe arrivata a 160 pezzi al giorno.
I primi accertamenti avevano dimostrato, attraverso l’esame dei tabulati telefonici, che G.A, una donna di 51 anni di origine sarde ma residente in provincia di Trento. aveva stretti contatti con un soggetto in particolare, S.A. (48 anni), di Napoli, il quale acquistava prodotti contraffatti da varie fabbriche clandestine di Napoli e li spediva via posta ai clienti contattati via internet, facendosi poi pagare tramite postepay. I rapporti con S.A. si sono poi interrotti bruscamente nel giugno 2018 a seguito del rifiuto di questi alla richiesta pervenutagli da G.A. di sostituire una borsa “Gucci” contraffatta arrivata rovinata via posta alla cliente finale, che se n’era lamentata con G.A.: questa si è quindi rivolta a una coppia, T.A. (42 anni) e N.E. (46 anni), residenti ad Acerra (NA), con precedenti specifici per vendita di prodotti contraffatti, con cui ha proseguito i propri traffici illeciti divenendone socia in affari.
T.A. e N.E. si sono rivelati molto più accorti: utilizzavano finti nomi, usavano schede telefoniche intestate a terze persone ed erano in grado di gestire un flusso di capi d’abbigliamento proveniente da Cina, Turchia e Vietnam cui poi apponevano i marchi di alcune delle più note firme, rifornendosi anche di altri capi d’abbigliamento e accessori con marchi contraffatti da un altro gruppo criminale comandato da due campani (S.U., 51 anni e S.A. 50 anni, entrambi di Napoli).
G.A. gestiva gli ordinativi on-line descrivendo i prodotti, illustrandone le caratteristiche e contribuendo a creare un mercato illecito di più ampie proporzioni: G.A. non vendeva solo a clienti finali, ma anche a soggetti che rivendevano a loro volta i prodotti contraffatti, come ha rivelato il caso di un ragazzo egiziano residente in provincia di Brescia che in una sola settimana aveva acquistato merce contraffatta per circa mille euro; G.A. commercializzava sporadicamente anche Rolex contraffatti, acquistandoli sempre on-line per 500,00 euro e rivendendoli a circa 900,00 euro, con un ricarico illecito pari quasi al 100% del costo iniziale.

G.A. ricevute le spedizioni da Napoli, contribuiva anche all’attività di contraffazione dei marchi applicandoli personalmente sui capi di vestiario e sugli accessori; in media il prezzo di una borsa contraffatta viaggiava dai 45 ai 65 euro ma con borse di maggior qualità il prezzo giungeva a circa 200 euro; il guadagno mensile netto di tali traffici le fruttava più di 2.000,00 euro al mese. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati circa diecimila tra capi di abbigliamento (giubbotti, felpe, magliette e maglioni), accessori (scarpe, cinture, borse e borsette) e marchi quali “Moncler”, “Armani”, “Prada”, “Napapijri”, “Woolrich”, “Gucci”, “Fendi”, “Burberry”, “Timberland”, “Dolce &Gabbana”, “Versace”, “Moschino”, “Adidas”, “Luis Vuitton”, Liu Jo”, “Puma”, “Nike” e altri; sono anche stati sequestrati cinque finti “Rolex” di buona fattura, penne e bracciali contraffatti.


Articolo pubblicato il giorno 23 Novembre 2018 - 10:05
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