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Camorra, gli esattori del clan Orlando incastrati da scarpe e vestiti indossati. LE FOTO

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I due esattori del pizzo del clan Orlando arrestati due settimane fa, Celestino De Fenza e Antonio Agrillo sono stati incastrati non solo dalle foto fatte per caso da un carabiniere libero dal servizio subito dopo aver intascato la tangenti de un imprenditore. Ma anche dalle scarpe che indossavano. I due infatti il 18 aprile scorso sono stati fotografati, da un altro carabiniere, mentre si trovavano nell’atrio del Tribunale di Napoli Nord per assistere all’udienza del processo a carico di Maurizio de Fenza detto o’ mamozio , fratello di Celestino, imputato per l’omicidio del gioielliere di Marano, Salvatore Gala. E quelle immagini sono state utilizzate dagli investigatori per fare una sorta di comparazione e arrivare a un riconoscimento dei due soggetti che avevano compiuto l’estorsione ai danni dell’imprenditore. Non a caso durante l’arresto di Antonio Agrillo e di altre nove persone, avvenuto il 29 giugno scorso, per le minacce ai familiari del pentito Teodosio Giannuzzi, i militari sequestrarono nella sua abitazione un paio di scarpe marca THOMS NICOLL di colore nero ed un giubbotto di colore nero marca K-way, aventi caratteristiche del tutto simili ai capi indossati dalla persona ritratta di spalle nelle fotografie che il carabiniere libero dal servizio aveva fotografato nella villa di Marano la mattina del 25 marzo e che sono state oggetto di comparazione. Gli investigatori hanno anche effettuato una sorta di ricognizione facendo indossare ad un militare scarpe e giubbotto con le quali veniva poi fotografato per effettuare la comparazione tra le due fotografie. Sentito a verbale il carabiniere che aveva scattato le prime foto, quelle delle villa comunale, come riportato nelle 88 pagine dell’ordinanza cautelare firmata dal gip Francesca Ferri, ha spiegato agli inquirenti: “…ricordo perfettamente che la prima scena che vidi era quella dei tre soggetti, secondo le indicazioni che ho fornito alla S.V. guardando le foto che io stesso ho inviato al collega. Il quarto soggetto è sicuramente sopraggiunto dopo. La villa è aperta e la mia visuale era completa. Se ci fosse stato già insieme ai tre, io lo avrei visto: la villa è strutturata su due livelli, ma già quando entri al primo livello, si ha una visuale completa dei luoghi. Come ho detto, vidi esattamente che il soggetto cacciò dalla tasca una mazzetta di soldi raccolti in un pezzetto di carta bianco, giusto per trattenerli a mò di elastico e, appena vide i due soggetti che vi ho riconosciuto sopraggiungere, cacciò questi soldi e quando mi rigirai non li vidi più. In realtà, quando io passai vicino ai tre, vidi chiaramente che nel momento in cui si salutavano, l’uomo aveva ancora nella mano sinistra, quando poi mi girai dopo pochi istanti per aspettare il cane, non vidi più i soldi in mano a quell’uomo.
Scattai le foto dalla mio dispositivo Samsung Galaxy Note 8, utilizzando lo zoom, la mia utenza di servizio da cui, poi, inviai tramite whats app le foto tutte e quattro insieme non appena ho scattato la quarta, ossia quella dell’autovettura Peugeot C1, secondo la sequenza che vi ho già descritto, quando i quattro soggetti si stavano allontanando.
Ricordo distintamente che il signore che aveva i soldi in mano si allontanò poi con il quarto soggetto che era sopraggiunto, il quale portava una tracolla; i due erano a bordo di una Fiat Idea o Lancia Musa non ricordo, ma ne rilevai il numero di targa, e ricordo anche che guidava il signore che aveva in mano i soldi. Quello con la tracolla era al suo fianco. Ricordo anche che gli altri due invece, si misero in macchina – nella Peugeot C1, e tardarono qualche istante a partire, tanto che quando io li fotografai, la macchina era ancora ferma e loro erano ancora all’interno”.

 Rosaria Federico

 2. continua

@riproduzione riservata


Articolo pubblicato il giorno 19 Novembre 2018 - 08:37


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