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A volte ritornano: Ruby, Berlusconi e i processi

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Il processo Ruby ter ha preso il via ufficialmente il 3 luglio 2017 ma da allora, tra formalità e slittamenti, non è ancora entrato nel vivo. E anche questa mattina i giudici della settima sezione penale di Milano sono stati costretti – per via dell’assenza di un componente del collegio che non era al lavoro per ragioni personali – a fissare una nuova udienza per il 10 dicembre. Data in cui, finalmente, accusa e difese potranno affrontare le eccezioni preliminari, ossia tutte quelle questioni giuridiche che sono ‘l’antipasto’ del dibattimento vero e proprio. Ma perchè una partenza così lenta? Tutta colpa di una serie di rinvii disposti per cercare di riunire tutti i filoni del processo che vede imputati Silvio Berlusconi e altre 27 persone, tra cui la stessa Ruby, per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. Secondo il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio, titolari dell’inchiesta, Berlusconi avrebbe pagato gli ospiti delle cene di Arcore, tra cui le ‘olgettine’, le ragazze habituée delle sue feste, in cambio delle loro testimonianze edulcorate ai processi del Rubygate. Alcuni fascicoli, però, dopo l’udienza preliminare sono stati spediti per competenza territoriale nei tribunali di Roma, Torino, Siena, Bari, Pescara, Treviso e Monza. Dopo diversi mesi, molti di quei faldoni sono tornati a Milano per confluire nuovamente nel processo principale. Nel frattempo, però, sempre a Milano, si è aperto un nuovo precedimento che vedeva protagonisti il Cavaliere e quattro ragazze, Aris Espinosa, Elisa Toti, Giovanna Rigato e Miriam Loddo, pagate fino all’autunno del 2016 con 400 mila euro e altre utilità in cambio del loro silenzio. I versamenti per le loro ‘colleghe’, invece, si erano fermati parecchi mesi prima. Abbastanza per far slittare di nuovo il procedimento al luglio scorso, quando i giudici hanno deciso di dare tempo alle difese di studiare le carte in vista della discussione sulle parti civili, rimandata a settembre. Dopo la pausa estiva, però, il processo subisce un nuovo stop per aspettare che venga definito il capitolo torinese del Ruby ter che vede imputati Berlusconi e l’ex infermiera di Nichelino, Roberta Bonasia, capitolo che è ancora aperto e per il quale non è all’orizzonte nessuna riunificazione con il processo principale. Ma c’è di più. La senatrice Mariarosaria Rossi, accusata di falsa testimonianza, nel frattempo ha deciso di risarcire Ambra Battilana, Chiara Danese e Imane Fadil, le tre ragazze che si sentono danneggiate dagli inviti a Villa San Martino e si sono costituite parti civili nei processi sulle feste del Cavaliere. Anche qui le cose vanno per le lunghe. Si continua a trattare, certo, ma la modella italo filippina Ambra Battilana, che dopo il Rubygate si è trasferita a New York, non ci sta e “vuole giustizia”. In America Ambra ha conosciuto il produttore hollywoodiano Harvey Weinstein ed è stata una delle tante ragazze molestate da lui, che poi si sono unite al movimento #metoo. Adesso vorrebbe lasciarsi tutto alle spalle. “Ho 26 anni e siamo in ballo da 9 anni – si sfoga – . Spero che si possano accelerare un po’ i tempi. Io ormai abito a New York e cerco sempre di essere, ma non è facile combinare le udienze con gli impegni di lavoro”. L’accordo con la senatrice Rossi “ancora non c’è, potrò parlare di qualcosa quando ci sarà qualcosa”, aggiunge il suo legale, l’avvocato Mauro Ruffino. “Ne stiamo parlando”, si limita a dire Nadia Alecci, che difende la senatrice con il collega Salvatore Pino, facendo comunque capire che al momento non si è trovata una soluzione.


Articolo pubblicato il giorno 14 Novembre 2018 - 21:47

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