Napoli. Per il Tribunale del Riesame di Napoli, Eduardo Casella, arrestato l'otto ottobre scorso insieme con i fratelli Giuseppe e Vincenzo e altri 8 affiliati mentre tre sono ancora latitanti, non è un camorrista. E' caduta infatti l'aggravante del 416 bis. Per il 34 enne di via Franciosa a Ponticelli, indicato da una ventina di pentiti come a capo dell'organizzazione familiare che aveva preso l'eredità del clan Sarno di cui il padre Salvatore o' paglialone era un esponente di rilievo. E' caduta quindi, grazie all'istanza presentata dal suo avvocato Leopoldo Perrone, la grave accusa di associazione camorristica. Della famiglia Casella, dei traffici di droga, delle estorsioni e degli altri reati avevano cominciato a parlare alla Dda di Napoli i Sarno fin dal lontano 2009. Loro gestivano le piazze di via Proto Giurleo mentre i cugini Domenico ed Emanuele quelle del rione Luzzatti. Eduardo tra l'altro secondo le accuse insieme con Giuseppe Righetto e Armando Casillo era stato impiegato nella campagna "antipentiti" con il compito di minacciare i familiari dei collaboratori di giustizia. Giuseppe sarno in un verbale del 7 dicembre del 2009 ha raccontato:
"CASELLA Eduardo che gestiva la piazza di droga di tipo marijuana allocata allocata in Ponticelli, insieme a Tonino O' CUZZECARO e a un altro affiliato del clan SARNO genero di PAGLIALONE.Potrebbe interessarti
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Il Tribunale del Riesame intanto, come ha anticipato Il Roma, ha anche annullato la misura cautelare per padre e figlia, Antonio e Ida Austero, il primo difeso da Perone e la seconda da Domenico Ciruzzi. L'83enne, (che era agli arresti domiciliari) nonno della convivente del ras Giuseppe Casella, cui era stato affidato l’incarico di addetto al controllo delle telecamere. Lui e la figlia, madre di Annamaria Milzi, la cassiera del gruppo, segnalavano in tempo reale eventuali arrivi di carabinieri o poliziotti nella zona di largo Molinari e in via Franciosa, dove il clan di Ponticelli ha la roccaforte e gestisce un fiorente spaccio di droga.






