Da oltre 30 anni deturpava la rada del porto di Baia, nel cuore dei Campi Flegrei, lì dove il mare protegge le rovine sommerse dell'antica città termale risalenti al I secolo d.Potrebbe interessarti
Per la tutela del sito archeologico, nel 2002 è stato istituito il Parco Archeologico sommerso di Baia e successivamente, in considerazione della necessità di tutelare il sito sia sotto il profilo della sicurezza che sotto quello della conservazione dei reperti archeologici, nel 2005 la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha emanato un'ordinanza con la quale il comandante della Capitaneria di porto di Napoli veniva nominato commissario delegato per la realizzazione di interventi finalizzati al compimento delle attività di caratterizzazione, bonifica e ripristino ambientale dei fondali del porto. Mentre la rimozione degli altri quattro relitti (i cui nomi erano "Lisert", "Candora", "Molpa" e "Vesuvio") si concludeva senza problemi, quella del Sassari Primo non si è concretizzata per una serie di motivi che fermarono l'iter già avviato.Nel 2016 il contrammiraglio Arturo Faraone, in qualità di commissario delegato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha dato avvio a una nuova procedura finalizzata all'emanazione di un bando di gara, costruito con la collaborazione tecnico-scientifica dell'Università degli studi "Parthenope" e di un tavolo tecnico istituzionale cui hanno partecipato la Soprintendenza per i Beni culturali, la Regione Campania, il Comune di Bacoli, l'Arpac e il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Napoli.





