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Dopo 33 anni rimosso il relitto del “Sassari Primo” dalla rada del porto di Baia

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Da oltre 30 anni deturpava la rada del porto di Baia, nel cuore dei Campi Flegrei, lì dove il mare protegge le rovine sommerse dell’antica città termale risalenti al I secolo d.C. E’ stato finalmente rimosso il relitto della motonave Sassari Primo, semiaffondata nel 1985 e il cui relitto è rimasto incagliato sui fondali del porto di Baia, ai piedi del quattrocentesco Castello Aragonese, per ben 33 anni. I lavori sono iniziati lo scorso 1° ottobre e si sono svolti sotto la supervisione degli uomini della Capitaneria di Porto di Napoli, presenti sia in mare che a terra in ogni fase delle operazioni. Tutte le sovrastrutture della nave sono state smantellate e avviate allo smaltimento e il relitto è stato rimosso dal punto in cui era incagliato ed è attualmente ormeggiato presso la banchina dei cantieri navali di Baia. La demolizione verrà terminata nella struttura portuale.Il porto di Baia, frazione del comune di Bacoli (Napoli), è stato interessato fino al 2005 dalla presenza di altri quattro relitti di navi abbandonate oltre a quello del Sassari Primo, che costituivano un serio pericolo sia per la sicurezza della navigazione portuale, sia per l’ambiente marino. Peraltro l’intero specchio acqueo del porto di Baia, nonché la prospiciente rada, sono caratterizzati dalla presenza di un sito archeologico sommerso, costituito dai resti della città risalente al I secolo.
Per la tutela del sito archeologico, nel 2002 è stato istituito il Parco Archeologico sommerso di Baia e successivamente, in considerazione della necessità di tutelare il sito sia sotto il profilo della sicurezza che sotto quello della conservazione dei reperti archeologici, nel 2005 la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha emanato un’ordinanza con la quale il comandante della Capitaneria di porto di Napoli veniva nominato commissario delegato per la realizzazione di interventi finalizzati al compimento delle attività di caratterizzazione, bonifica e ripristino ambientale dei fondali del porto. Mentre la rimozione degli altri quattro relitti (i cui nomi erano “Lisert”, “Candora”, “Molpa” e “Vesuvio”) si concludeva senza problemi, quella del Sassari Primo non si è concretizzata per una serie di motivi che fermarono l’iter già avviato.Nel 2016 il contrammiraglio Arturo Faraone, in qualità di commissario delegato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha dato avvio a una nuova procedura finalizzata all’emanazione di un bando di gara, costruito con la collaborazione tecnico-scientifica dell’Università degli studi “Parthenope” e di un tavolo tecnico istituzionale cui hanno partecipato la Soprintendenza per i Beni culturali, la Regione Campania, il Comune di Bacoli, l’Arpac e il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Napoli.


Articolo pubblicato da Redazione Cronaca il giorno 22 Ottobre 2018 - 17:13


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