La Cassazione ha ordinato alla Corte d’assise d’appello di Torino di sentirlo come testimone nel nuovo processo contro Alfonso Caruana, considerato dagli inquirenti uno dei narcotrafficanti internazionali piu’ potenti, ma lui e’ morto e le sue vecchie dichiarazioni non potranno essere utilizzate. Il caso e’ quello di Angelo Zannetti, imprenditore italo-svizzero sospettato di riciclare denaro per le famiglie della ‘ndrangheta del Nord. Caruana, conosciuto come “il boss dei due mondi”, a suo tempo indicato gia’ da Giovanni Falcone come personaggio di rilievo nel mondo del narcotraffico, il 17 febbraio 2017 e’ stato condannato a Torino a 21 anni di carcere. Il processo era l’ultima costola dell’operazione Cartagine, dal nome del porto colombiano da cui parti’ un carico di cinque tonnellate di droga intercettate dai carabinieri a Borgaro Torinese nel marzo del 1994. La Cassazione pero’ ha annullato la sentenza “con rinvio” affermando che l’acquisizione dei verbali di due pentiti, tra cui Zannetti, non erano sufficienti: bisogna interrogarli in aula. Zannetti pero’ e’ deceduto nel 2015. Il processo bis dovrebbe cominciare il prossimo 17 gennaio. Caruana e’ detenuto per una condanna per mafia e traffico di stupefacenti emessa dalla Corte d’appello di Palermo nel 1997: la pena terminera’ a meta’ 2019.
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