Ancora alta tensione nelle carceri campane, tornate al centro delle cronache.Potrebbe interessarti
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“La situazione nelle carceri della Campania, dove oggi sono detenute oltre 7.500 persone rispetto ai circa 6.000 posti letto è sempre tesa ed allarmante”, denuncia il Segretario Generale SAPPE Donato Capece. “I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti nelle celle delle carceri campane nell’interno anno 2017 sono inquietanti: 924 atti di autolesionismo, 99 tentati suicidi, 1.094 colluttazioni e 68 ferimenti. I suicidi in cella sono stati 5 e 20 i decessi per cause naturali. Sono state, infine, 14 le evasioni da penitenziari della Campania: una da istituto e 13 a seguito della concessione di permesso premio e lavoro all’esterno. E la cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria”. Per il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria “lasciare le celle aperte più di 8 ore al giorno senza far fare nulla ai detenuti – lavorare, studiare, essere impegnati in una qualsiasi attività – è controproducente perché lascia i detenuti nell’apatia: non riconoscerlo vuol dire essere demagoghi ed ipocriti”. E la proposta è proprio quella di “sospendere la vigilanza dinamica: sono infatti state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili”.
Senza appello la denuncia del SAPPE: “I dati ci confermano che le aggressioni, i ferimenti, le colluttazioni - che spessissimo vedono soccombere anche gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, sempre più contusi e feriti da una parte di popolazione detenuta prepotente e destabilizzante – sono sintomo di una situazione allarmante, per risolvere la quale servono provvedimenti di tutela per gli Agenti e di sicurezza per le strutture carcerarie e certo non leggi che allarghino le maglie della sicurezza penitenziaria”.
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