Nel suggestivo Anfiteatro Romano di Avella, Baustelle e l’Orchestra Napoletana di Jazz diretta da Mario Raja hanno dato vita ad una serata dal sound unico nell’ambito del Pomigliano Jazz 2018. Già teatro di numerosi spettacoli musicali di rilievo come Lina Sastri e Massimo Ranieri, l’Anfiteatro di Avella ha saputo indossare il suo miglior vestito non sfigurando dinanzi a mostri sacri della musica italiana come la Indie Rock band di Montepulciano composta da Francesco Bianconi, Claudio Brasini e Rachele Bastreghi.
La spasmodica ricerca di testi non banali, caposaldo sin dalle origini dei Baustelle, ha regalato al pubblico un mix di suoni ed emozioni che hanno saputo fondersi alla perfezione con il jazz sound proposto dall’Orchestra Napoletana, fortemente voluta dagli organizzatori del Festival campano. Le sperimentazioni musicali dei Baustelle, secondo lo stesso Bianconi, sono una sfida affascinante che i musicisti hanno deciso di intraprendere (come fecero con l’uscita del loro sesto album ”Fantasma”): ”Siamo molto curiosi di capire che effetto farà questo frullato di suoni. In realtà abbiamo sempre voluto tentare delle espansioni rispetto al rock classico e in “Fantasma” l’abbiamo fatto provando degli innesti con la musica classica. Per quanto riguarda il jazz, rappresenta la nostra prima volta. Personalmente sono un ascoltatore, ma non un conoscitore o un appassionato. ‘Bitches Brew’ di Miles Davis è tra i miei dischi preferiti”.
L’ ingresso in scena dei Baustelle è estasi allo stato puro: il repertorio nuovo di zecca contiene alcuni pezzi de ”L’amore e la violenza – Vol. 2” uscito il 23 marzo 2018 come Baby, Veronica N.2, Lei malgrado te, Caraibi, L’amore è negativo e la straordinaria Perdere Giovanna, ma anche tracce de ”L’amore e la violenza” uscito nel 2017 come Eurofestival. Il duetto con la jazz band viene intonato con uno dei cavalli di battaglia dei Baustelle, “La guerra è finita”, pezzo del 2005 che li rese noti al pubblico avente come tema il suicidio adolescenziale. Altro pezzo sublime, in tandem con l’Orchestra Napoletana di Jazz, è stato ”Etiopia”.
Chiusura con il botto (non una novità per chi segue i Baustelle) con ”Le rane”, forse una delle più meste tra le canzoni pubblicate dai Baustelle prima dell’esperienza cineraria di ‘Fantasma’. Estratta da ”I mistici dell’occidente come secondo singolo”, ”Le rane” si appiccica ai ricordi grazie a una melodia allegra che ha qualcosa di infantile, come un ricordo di scuola. E che però, a un livello più profondo, nasconde un’amara presa di consapevolezza sul tempo innocente perso per sempre, le occasioni perdute, il diventare cinici e sentimentalmente avvizziti, il non riuscire a voltarsi indietro. Mario Miccio
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