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Salerno. Fonderie Pisano, a rischiare il processo un ingegnere redattore dell’ Aia, autorizzazione integrata ambientale e un dirigente della Regione Campania. Si tratta di Antonio Setaro, dirigente del settore provinciale ecologia, tutela ambientale, disinquinamento di Salerno e Luca Fossati. Per loro l’accusa è di concorso formale in abuso d’ufficio, falsità materia e ideologica con l’aggravante di aver compiuto reati nella loro funzione di pubblici ufficiali. A valutare la richiesta di rinvio a giudizio presentata dai sostituti procuratori che curano il caso sarà il gup Maria Zambrano. La richiesta riguarda anche i membri della famiglia Pisano: Roberto, Ciro, Ugo e Guido. La Procura ha individuato nelle parti lese il Ministero dell’Ambiente, Regione, Provincia e Comune di Salerno, il Comitato Salute e Vita e il Codacons. Fossati e Setaro sono accusati in concorso con il deceduto Luigi Pisano per aver “Procuato intenzionalmente ai titolari delle Fonderie Pisano un ingiusto vantaggio patrimoniale consistente nel rilascio del decreto Aia” che è ritenuto dai giudici “illegittimo perché fondato su documenti contenenti false attestazioni”. Le accuse ai Pisano da qui i quali “ senza la prescritta autorizzazione integrata ambientale, attesa l’illegittimità ed inefficacia di quella ottenuta, superavano i valori limite di emissione ed effettuavano illecitamente scarichi”. Inoltre, secondo la tesi accusatoria della Procura, gli stessi “gestivano e smaltivano illecitamente rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, non risultando tracciabili gli smaltimenti» e inoltre «smaltivano illecitamente rifiuti utilizzandoli quale materiale di riempimento ai fini della realizzazione di un basamento di calcestruzzo armato di dimensioni di circa 80 metri quadrati”. “Le Fonderie Pisano tengono a ribadire la piena conformità della propria attività imprenditoriale – fanno sapere in una nota gli avvocati Lorenzo Lentini e Guglielmo Scarlato – alle autorizzazioni ambientali, così come già riconosciuto nelle competenti sedi giudiziarie di merito, sia amministrative che penali. Ribadiscono peraltro il pieno rispetto delle prescrizioni disposte dalla autorità amministrativa competente verso la quale si riservano di fornire ogni necessario chiarimento non solo sulle riduzioni apportate agli impatti ambientali, come del resto tecnicamente evincibili dai dati ufficiali già pubblici, ma anche sui recenti interventi e sulle procedure attivate per il pieno rispetto delle componenti ambientali”.
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