Anteprima Ariano Folk Festival al Dum Dum Republic, domenica 5 agosto

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Due mondi, due realtà radicate fortemente sul territorio campano, ognuna con la propria identità, che si incrociano e si contaminano in un’architettura sonora trasversale. Insieme il Dum Dum Republic e l’Ariano Folk Festival. Il risultato? Una performance unica e trascinante, un live folle e potente. Protagonista, domenica 5 agosto dalle ore 16, la world music e la cumbia elettronica con influenze popular contemporanee, in un incontro di popoli e culture, con una visione aperta in tipico Dum Dum style che reinterpreta il rapporto tra musicista e pubblico, lontani dalla musica mainstream e dall’omologazione, senza separazioni né barriere.
Lungo la linea dell’orizzonte a confine tra mare e terra, all’ombra dell’area archeologica dei Templi di Paestum, la playa del Dum Dum è pronta ad ospitare per il secondo anno consecutivo la preview della XXIIIesima edizione dell’Ariano Folk Festival, in cartellone dal 15 al 19 agosto in Irpinia: il progetto etno-culturale che dal 1996 è punto di riferimento in Europa e nel Mediterraneo e che, in oltre 20 anni, è riuscito ad ospitare i maggiori esponenti della world, folk e gypsy music provenienti da tutto il pianeta.
Dalle selezioni roots e afrobeat di Pubala Selectors e Jordi Auguri Lordsassafras al suggestivo live set al tramonto del Mexican Institute of Sound (Instituto Mexicano del Sonido), progetto del messicano Camilo Lara, icona del pop popular internazionale, per comunicare che la musica è dialogo e integrazione, in un crosso verdi generi e di popoli.
Una sinergia di intenti tra il Festival e il Dum Dum sottolineata anche da Francesco Fodarella, direttore artistico della kermesse: “È un punto di riferimento, aperto a tutte le culture.  L’unico lido in cui ci si sente liberi ed in cui cerchiamo di comunicare la filosofia dell’Ariano Folk Festival. Il Dum Dum è il luogo migliore per ospitare il leader indiscusso del movimento pop-popular in cui si vanno ad incrociare gli esperimenti attuali con quelli sulle tradizioni sonore di un Messico sempre più colorato e trasversale, spesso trascurato perché bombardati dai fenomeni massmediatici che non considerano l’esistenza dei substrati culturali – spiega Francesco – Divulgare, aprire alle altre realtà, allargare i confini dell’esperienza: è questo il punto nevralgico dell’essere insieme”.
“Oltre le logiche mainstream – insiste Biancaluna Bifulco, titolare del Dum Dum Republic – L’incontro con l’Ariano Folk nasce dall’ammirazione per l’identità ferma di un festival che da sempre riesce ad intercettare tutto ciò che di nuovo ed originale si prospetta all’orizzonte. È ricerca culturale e per noi è un onore partecipare, nell’ottica della contaminazione che è il leitmotiv della nostra visione del mondo e della filosofia che anima il Dum Dum”.
L’ondata di musica inizierà a travolgere l’arena sul mare con le selezioni di Pubala, tra cumbia ed afrobeat, che scegliere di suonare esclusivamente in vinile: “Autocostruire il proprio impianto, sfacchinare casse,mixer e piatti su e giù per spiagge, pinete, montagne, gradoni, e ancora lottare ogni giorno per conquistare spazi, visibilità, dignità acustica, in una realtà territoriale spesso desolante, piena di restrizioni, elitaria e sempre più hipsterizzata in ogni suo aspetto, optare per il gratuito e popolare, offrire musica che non si sente in giro, tra soddisfazioni e amarezze, può definirsi soltanto in due modi: folle o romantico”, sottolinea il selector a cui è affidaton l’open act di IMS, l’Istituto Mexicano de Sonido, che farà esplodere il battito del Dum Dum mescolando sonorità folk messicane alla psichedelia elettronica e all’hip hop.
Camilo Lara è una delle figure più stimolanti della scena pop del XXI secolo. Con un piede nel mondo hipster e un altro nella musica popolare latina, è riuscito a sedurre il pubblico internazionale con progetti come Instituto Mexicano del Sonido e Mexrrisey, con i quali realizza le versioni mariachis dei Morrissey e dei The Smiths.
All’attivo già sette album e un EP nella sua carriera con i Mexican Institute of Sound, iniziata nel 2006, girando il mondo ed esibendosi nei più prestigiosi festival tra cui Coachella e Lollapalooza. Il nuovo album è “Disco Popular”, da cui è estratto il singolo “Pa La Calle” cantato da Lorna, nota per la hit “Papi Chulo” del 2003 con cui ha conquistato le radio e i club. Un lavoro discografico registrato tra Kingston in Giamaica, Mexico City, Tucson, Az e Los Angeles e vanta le collaborazioni di Sly & Robbie, Toots and the Maytals, Adàn Jodorowsky, La Yegros e Calexico.
“Disco Popular” è il primo album di Mexican Institute of Sound dopo quattro anni di silenzio, capitolo che è destinato a diventare una delle pietre miliari della carriera di Lara, nominato da El Pais come uno tra i “15 personaggi più influenti dell’America Latina”.
È inoltre noto per aver dato il suo contributo a film come ‘Y Tu Mama Tambien’ e ‘Coco’ (Disney/Pixar).
Un musicista che mescola musica e politica, in “Popular Album” del 2017, vissuto come un viaggio attraverso l’America e tutti i ritmi del continenti.
Sound diversity, edonismo pop e messaggi contro il neoliberismo: ”È una generazione assolutamente arresa al capitalismo sfrenato – racconta Camilo in un’intervista – È orribile che tutta la musica debba passare attraverso le corporazioni. Dov’è la ferocia di fare le canzoni che il corpo ti chiede veramente, senza condizioni esterne? Gli attuali valori di produzione sono più basilari e meno ricchi perché la musica immediata è imposta. Abbiamo meno pazienza. In breve, ha vinto il fast food di fronte alla padrona di casa – aggiunge parlando di tradizione musicale latina – Ora molte canzoni sono come le storie di Instagram: si consumano con ansia e si dimenticano in cinque minuti”.
E, infine, il tentativo di far rivivere il Mariachi, “che vive in cantine e sopravvive grazie a musicisti di grande successo, tipo Luis Miguel o Alejandro Fernández. La musica del Messico sta vivendo un momento di rivalutazione, ma dal lato della nostalgia. Mi piacerebbe che i giovani gli si avvicinassero in maniera naturale e non come sottogenere.


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