La Polizia di Stato di Vibo Valentia sta dando esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 18 persone, ritenute responsabili di appartenere ad un'associazione per delinquere dedita al narcotraffico gestita da Emanuele Mancuso, figlio di uno dei capi dell'omonima cosca di 'ndrangheta di Limbadi Pantaleone, alias "l'ingegnere".Potrebbe interessarti
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Il capo dell'organizzazione sgominata stamani dalla Polizia di Stato di Vibo Valentia, Emanuele Mancuso, acquistava online semi di canapa indiana e concime, grazie ai quali realizzava la costruzione delle strutture dove piantare i semi, curare la germinazione e la fioritura delle piante, la crescita, la lavorazione e, infine, l'immissione sulle piazze di spaccio. Le attivita' erano assicurate da accoliti di Mancuso, ma anche da manodopera reclutata tra extracomunitari. Al riguardo, con la collaborazione delle Squadre mobili di Alessandria, Brescia, Caltanissetta, Catanzaro, Chieti, Genova, Imperia, Lecce, Milano, Napoli, Salerno e Savona, gli investigatori stanno anche effettuando 18 perquisizioni nelle sedi di una societa', attiva nella vendita online di semi di canapa indiana, a carico delle quali verra' anche notificato un provvedimento di sequestro preventivo. Emanuele Mancuso controllava i terreni destinati alla coltivazione della droga grazie all'utilizzo di droni. E' quanto emerso dall'inchiesta "Giardini segreti". L'operazione, alla quale hanno partecipato circa duecento agenti della Polizia di Stato, rappresenta l'epilogo di una complessa attivita' investigativa, avviata gia' dal 2015, che ha permesso di smantellare un'associazione per delinquere finalizzata alla produzione, coltivazione e vendita di sostanze stupefacenti, in particolare marijuana. L'inchiesta e' stata coordinata dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci. I dettagli dell'operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa, che si terra' nella Questura di Vibo Valentia alle 10, dal procuratore distrettuale di Catanzaro Nicola Gratteri, insieme al questore Andrea Grassi e agli investigatori della Polizia di Stato.





