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La Consulta boccia la Regione Campania sull'abusivismo. Il M5S: 'Lo avevamo detto'

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"La Consulta ha dichiarato la illegittimità della legge regionale della Campania, laddove consente la locazione o alienazione degli immobili abusivi acquisiti al patrimonio del Comune e non demoliti a favore dell'occupante di necessità, per contrasto con l'articolo 117 terzo comma della Costituzione, ritenendo che la disciplina regionale sia disallineata dal sistema sanzionatorio previsto dalla normativa nazionale.

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Come precisa la Consulta, la stessa legge nazionale prevede la facoltà dei Comuni di non demolire le opere abusive". E' quanto si legge in una nota della Regione Campania, a commento della sentenza con la quale la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionali le disposizioni della legge della Regione Campania n. 19/2017 sulla conservazione degli immobili abusivi acquisiti al patrimonio dei Comuni. "La Regione Campania, ritenendo necessaria una disciplina che affronti la problematica, sottoporrà all'attenzione della Conferenza Stato-Regioni, del Governo e dei gruppi parlamentari, l'adozione di ogni misura all'interno del quadro normativo nazionale, visti gli importanti profili di giustizia sostanziale coinvolti", conclude la nota.
“La sentenza della Consulta, che ha dichiarato incostituzionale la legge della Regione Campania sulle linee guida per le misure alternative all'abbattimento degli immobili abusivi, conferma purtroppo le nostre perplessità su un testo sul quale avevamo messo in guardia maggioranza e giunta regionale. Un anno fa, infatti, dopo aver evidenziato le criticità durante i lavori in quarta Commissione decidemmo di esprimere voto contrario in aula del Consiglio, proprio perchè rilevammo gli stessi profili di illegittimità contenuti nella sentenza dei giudici della Corte Costituzionale. Parliamo di un provvedimento che, fin dalle premesse, determinava uno sconfinamento degli attuali poteri che questa amministrazione regionale ha in materia di governo del territorio. Ma che, soprattutto, se fosse andato in porto avrebbe consentito di allargare pericolosamente le maglie delle norme che regolano la demolizione degli immobili abusivi, dando la possibilità ai comuni di locarli o addirittura di alienarli agli stessi responsabili degli abusi, da un lato contravvenendo ai principi contenuti nel Testo unico sull’edilizia, e dall'altro dando la possibilità a chi aveva fatto vera e propria speculazione di aggirare la norma nazionale, molto precisa in questo senso”. E’ quanto dichiarano i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Vincenzo Viglione e Tommaso Malerba, componenti della quarta Commissione.

“La sentenza di oggi – proseguono Viglione e Malerba - ci lascia perplessi non solo in merito alla sonora bocciatura della norma dichiarata incostituzionale, ma anche rispetto all'operato complessivo della quarta Commissione di cui facciamo parte. Non possiamo non far presente infatti, che nell'ultimo anno, questa commissione si è vista impugnare dal Consiglio dei ministri anche il testo di legge sull’utilizzo delle cave e quello sul rischio sismico. Un modo di operare che ci preoccupa ancor più alla vigilia della discussione del decreto sulla semplificazione che pure contiene misure alquanto discutibili in materia di governo del territorio. Maggioranza e giunta evidenziano ancora una volta di non avere alcuna visione di governo del territorio, né una precisa progettualità che risponda alle reali esigenze dei cittadini”.

Articolo pubblicato il 5 Luglio 2018 - 17:52 - Redazione

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