Adescavano facoltosi clienti stranieri attraverso il web e "rifilavano" loro dei fantomatici autoveicoli di lusso d'epoca incassando lauti compensi prima di svanire nel nulla.Potrebbe interessarti
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L'articolata attività investigativa, avviata nel corso del 2016 in seguito alla denuncia sporta da uno degli stranieri raggirati e coordinata dalla Procura della Repubblica di Nocera ha consentito di - accertare l'esistenza di un sodalizio finalizzato alle vendite fraudolente di autoveicoli d'epoca e di lusso di cui gli indagati non avevano reale disponibilità; tracciare l'organigramma associativo ed individuare il ruolo ricoperto da ciascuno degli indagati; documentare le responsabilità degli indagati in ordine alla commissione di 12 truffe per un danno complessivo di circa un milione di Euro;impedire la commissione di ulteriori 2 truffe per un danno potenziale di circa 300.000 Euro.
Mente e capo del sodalizio è risultato essere il 66enne il quale, avvalendosi della cooperazione degli altri complici cui di volta in volta assegnava ruoli, aveva abilmente ideato dei veri e propri apprestamenti organizzativi idonei a carpire la fiducia e la buona fede delle vittime che invitava in Italia finanche in suggestive location del mezzogiorno proponendo loro l'acquisto di sogni su quattro ruote. La portata dell'illecito fenomeno, oltre che dall'enorme volume di affari ricostruito dai Carabinieri, era stata stigmatizzata anche da un gruppo creato sul popolare social network Facebook creato dalle vittime, per la più gran parte di origine francese e tedesca, attraverso il quale si dava avviso a non cedere alle millanterie del 66enne. Il brillante risultato operativo è stato ulteriormente valorizzato, come da prassi ormai consolidata nel nuovo corso di azione della Procura, dal grande lavoro svolto sul fronte degli accertamenti patrimoniali che hanno consentito di far piena luce sulla redditività dei traffici posti in essere dal gruppo.
Infatti i militari dell'Arma hanno minuziosamente scandagliato redditi e patrimoni, consentendo agli investigatori di richiedere ed ottenere un decreto di sequestro preventivo per circa 300.000 Euro depositati in conti correnti riconducibili alla disponibilità del 66enne, oltre ad una palestra, di proprietà del giovane 25enne, risultata interamente finanziata con i proventi delle attività delittuose.
Incastrati i truffatori del web: vendevano auto di lusso agli stranieri, incassavano e sparivano
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