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Le indagini hanno avuto inizio nel mese di dicembre 2016 in occasione di una rapina ai danni di un furgone di una società di trasporto valori, azione consumatasi lungo la strada provinciale Caivano-Acerra.
In quella circostanza, almeno sette uomini, armati di pistole, fucili e di un fucile d'assalto tipo Kalashnikov, tutti a volto travisato, avevano assaltato un furgone portavalori asportando circa 20.000 euro, senza riuscire, però, ad impossessarsi del ben più sostanzioso contenuto della cassa blindata presente all'interno del furgone.
L'analisi dei sistemi di video sorveglianza e le informazioni rese da persone presenti, unite ad una intensa attività info-investigativa - attività di osservazione, pedinamento e controllo, attuata con tecniche tradizionali nonché attraverso attività di videoriprese e di intercettazione telefonica ed ambientale - ha consentito di raccogliere un grave quadro probatorio a carico degli indagati che, secondo l'ipotesi accusatoria avvalorata dal GIP, ponevano in essere una costante azione di raccolta di informazioni e di pianificazione dei delitti, con contestuale reperimento attraverso canali illeciti di ogni equipaggiamento necessario per effettuare rapine a furgoni portavalori ed altri importanti obiettivi.
Nel corso delle attività, nel mese di febbraio 2017, i Carabinieri di Casoria intercettarono e bloccarono un furgone in transito in quella via Pietro Nenni, condotto da uno degli indagati, che riuscì, dopo aver abbandonato il veicolo, a fuggire nelle campagne circostanti per essere poi recuperato dai complici. All'interno del veicolo i Carabinieri rinvennero alcuni borsoni contenenti quattro giubbotti antiproiettile, due fucili automatici d' assalto AK47, una pistola semi automatica, una pistola mitragliatrice UZI, un fucile a pompa e varie munizioni, tutte armi che erano destinate ad un impiego imminente in una azione di carattere predatorio già pianificata.
Il tempestivo e accorto intervento dei Carabinieri ha consentito inoltre, in varie fasi delle indagini, di scongiurare la commissione di alcune rapine già pianificate. In una circostanza, la persona che appare il promotore dell'organizzazione venne tratto in arresto perché, in compagnia di altro appartenente al gruppo criminale, aveva abbandonato il Comune di prevenzione della sorveglianza speciale di PS con obbligo di soggiorno. L'uomo venne trovato in possesso di due giubbotti antiproiettile da utilizzarsi nell'azione delittuosa.
Per alcuni degli indagati veniva individuata, poi, l'esistenza di una seconda associazione per delinquere, operativa nei momenti di minore attività del primo sodalizio criminale e dedita alla commissione di furti in abitazione e presso attività commerciali site in Caivano e Comuni limitrofi, tra le quali alcune gioiellerie.
I capi d'imputazione, a vario titolo contestati, vanno dal reato associativo, alla detenzione ed al porto di armi da guerra, armi comuni da sparo ed armi clandestine con relativo munizionamento, ricettazione delle armi e dei furgoni destinati alla commissione dei reati, rapine tentate e consumate, furti tentati e consumati.
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