Si è tenuto oggi a Napoli, al Royal Continental Hotel, il convegno organizzato dall’Ordine Nazionale dei Biologi dal titolo “Genetica ed epigenetica”. Tra gli ospiti, i premi Nobel per la Medicina, Mario Capecchi e John B. Gurdon, e il premio Lasker, David Baulcombe. «Questo appuntamento – ha detto, in apertura, il presidente dei biologi Vincenzo D’Anna - vuole rappresentare una nuova stagione per l’Ordine. Non passa settimana senza che un biologo, sovente italiano, non faccia importanti scoperte scientifiche. La biologia avrà un ruolo fondamentale nel futuro dell’umanità e non vogliamo più che i biologi siano considerati come figli di un dio minore».
«La scienza internazionale è competitiva - ha sottolineato D’Anna - perché competere deriva dal latino “chiedere”, ma significa anche “chiedere insieme”.Potrebbe interessarti
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Nella lectio magistralis Gurdon ha invece affrontato l'argomento della riprogrammazione delle cellule mature in cellule multi potenti, un'intuizione che ha aperto allo sviluppo di nuovi metodi diagnostici per tante patologie ma, senza «adeguati test - ha detto il biologo britannico - ancora oggi è difficile sperimentare nuove terapie per malattie genetiche, in particolare per quelle rare». Sono seguiti, nel corso del convegno, gli interventi dei relatori che hanno messo al centro delle loro relazioni l’epigenetica (dal greco epì - “sopra” - e gennetikòs - “relativo alla nascita”), ossia la moderna branca della biologia molecolare che va oltre la genetica, studiando le mutazioni e soprattutto la trasmissione dei caratteri ereditari non attribuibili direttamente alla sequenza del DNA.






