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Salerno “Atti forzati”, “colleganza di affari” tra l’amministrazione comunale di Salerno e gli imprenditori del Crescent: lunghissima requisitoria e richieste di pena per complessivi 29 anni e 5 mesi per l’ex sindaco di Salerno e ora Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, gli ex assessori della sua giunta, tecnici e gli imprenditori Eugenio Rainone e Rocco Chechile. I pm Rocco Alfano e Guglielmo Valenti hanno tirato le conclusioni nel processo che si avvia verso la conclusione del primo grado. Una lunghissima requisitoria che continuerà a giugno nel processo che vede gli imputati accusati di falso ideologico, abuso d’ufficio e lottizzazione abusiva per la realizzazione del Crescent, la mezza luna, progettata dall’architetto catalano Riccardo Bofill, sul lungomare di Salerno accanto alla spiaggia di Santa Teresa. Le pene più alte sono state chieste per l’ex sindaco De Luca, 2 anni e 2 mesi e per il costruttore di Sarno Rainone e per l’ex proprietario del Jolly Hotel Rocco Chechile, 2 anni e sei mesi ciascuno.
I pm dopo sette ore di discussione hanno formalizzato le richieste ma continueranno la requisitoria per illustrare ai giudici le prove emerse in dibattimento che provano la colpevolezza di tutti gli imputati. E’ stata chiesta l’assoluzione per il reato di occupazione di suolo pubblico e vi è richiesta di prescrizione per l’abuso d’ufficio e il falso ideologico per la concessione dei diritti edificatori del complesso Crescent. Per il resto vi sono state tutte richieste di condanna con la eventualità della confisca dell’intera area. Nove mesi la pena sono stati chiesti per i componenti della giunta De Luca (Eva Avossa, Gerardo Calabrese, Luca Cascopne, Luciano Conforti, Domenico De Maio, Augusto De Pascale, Ermanno Guerra, Aniello Fiore, Vincenzo Maraio, Francesco Picarone); un anno e sei mesi per l’ex soprintendente Giuseppe Zampino; un anno ed un mese per il dirigente comunale Lorenzo Criscuolo; un anno e sei mesi per il tecnico Davide Pelosio; un anno e due mesi per il funzionario comunale Matteo Basile e per Annamaria Affanni e Giovanni Villani della Soprintendenza di Salerno; un anno per il tecnico comunale Nicola Gentile ed un anno e quattro mesi per la collega architetto Bianca De Roberto; un anno e dieci mesi per l’amministratore della Sist Maurizio Dattilo.
La procura aveva provato in mattinata a depositare nuovi atti giudiziari ma i giudici del collegio presieduto da Vincenzo Siani hanno rigettato la richiesta.
Il pm Alfano nella sua requisitoria ha più volte sottolineato come tutti gli atti del Comune siano da attribuire al “vero dominus di tutta la vicenda Crescent” l’ex sindaco Vincenzo De Luca. Colui che dalle intercettazioni si evince, è sempre presente in tutte le decisioni. I due pm hanno anche spiegato che Comune e Soprintendenza hanno avuto l’occasione di salvarsi più volte in calcio d’angolo dagli errori che sono stati commessi e non lo hanno fatto. Quindi che il soprintendente Zampino ha avuto due incarichi non retribuiti dal Comune mentre doveva decidere sulle autorizzazione da revocare al Comune. E più volte nella requisitoria si è fatto riferimento alla «commistione tra pubblico e privato» e agli atti «forzati» che l’amministrazione ha prodotto per portare avanti il proprio progetto. Un progetto che secondo la Procura non ha nulla di pubblico.
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