Napoli. Movida molesta: il giudice obbliga il titolare di un bar a chiudere alle 23. Accolta l’istanza presentata da un comitato di cittadini nei confronti di un locale di piazza Bellini, lo “Slash” gestito da Maximilian Narducci. dove la sera si faceva musica. Il giudice Barbara Tango della IV Sezione civile del tribunale di Napoli ha accolto le istanze proposte dai residenti Giovanni Citarella e la moglie Rita rappresentati dall’avvocato Gennaro Esposito riguardo immissioni rumorose e risarcimento danni. La sentenza prevede anche l’insonorizzazione del locale entro tre mesi e qualora la scadenza non venga rispettata il titolare dovrà pagare 100 euro per ogni giorno di ritardo. Cento euro dovranno essere corrisposti ai ricorrenti – una coppia che abita vicino al locale – ogni volta che la chiusura entro le 23 non verrà rispettata. Il giudice ha anche stabilito un risarcimento pari a 2mila euro per il patimento subito. A portare avanti la causa e’ stato un avvocato, Gennaro Esposito, presidente del comitato, che ha dichiarato guerra ai locali “molesti”. La sentenza evidenzia la violazione dei diritti costituzionali dei ricorrenti. Otto le denunce finora presentate dal comitato. La sentenza è stata accolta con estremo rammarico da Narducci: “Noi proponiamo principalente eventi culturali p come mostre d’arte, presentazioni di libri, degustazioni. Siamo un bistrot aperto ogni giorno dalle 10 all’una di notte. Ma concerti, partite, dj set no. Siamo per una movida dialogante, proponiamo eventi come Aperilingua o giochi da tavolo. Non siamo molesti ma giovani imprenditori che hanno investito tutti i loro risparmi e il loro futuro in questo progetto. Do lavoro a cinque persone ammette sarò costretto a licenziare qualcuno perché con tutte queste spese non ce la farò. Forse perfino a chiudere. A Napoli l’onestà non paga: vanno avanti quelli che aprono attività illegali”. Ma tutto questo non è bastato. Anche se la battaglia legale non sembra affatto finita.
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