foto di repertorio
Castellammare. sarà l’esame delle chat e dei messaggi sugli smartphone dei quattro componenti del branco che hanno violentato in gruppo la ragazzina di 12 anni di Gragnano a dare un impulso ulteriore alle indagini della Procura per i Minori di napoli a chiare fino in fondo la squallida vicenda. Sullo sfondo una storia di violenza minorile, di famiglie legate al clan D’Alessandro e di una povera ragazzina cadute nelle grinfie di chi pensava fosse un suo spasimante. E’ la storia che ha fatto il giro di’Italia ieri quella della ragazzina di 12 anni di Gragnano violentata in gruppo e rimasta incinta e costretta a raccontare quelle brutalità subita da quattro ragazzine tutti minorenni e di età compresa tra i 14 e i 16 anni. La ragazzina si sarebbe fidata di quel ragazzino che le piaceva e che l’aveva invitata a una festa il mese scorso. Era una trappola invece perché l’aveva portata in uno scantinato di un palazzo alla periferia di Castellammare dove si erano ad attenderli altri tre amici che hanno abusato di lei a turno e in gruppo. . Sul racconto le forze dell’ordine stanno conducendo le indagini nel più stretto riserbo, c’è stata la perquisizione nell’abitazione dei ragazzi che avrebbero partecipato alla violenza. In base alla ricostruzione investigativa, la ragazzina sarebbe stata anche minacciata affinché non denunciasse l’accaduto. Ma dall’inchiesta è emerso un altro particolare agghiacciante: la violenza non sarebbe stata una soltanto. Anzi, forse già da tempo la dodicenne aveva regolari incontri sessuali. Forse non aveva raccontato nulla proprio perché minacciata;. Ed ora che la storia è diventata di dominio pubblico viene fuori anche che la ragazzina potrebbe essere rimasta incinta. Le procedure medico legali, previste in casi del genere, sono state subito avviate e i campioni di tracce organiche sono ora nei laboratori dove saranno decifrati i Dna degli aggressori. Uno fra loro potrebbe essere il papà del neonato che difficilmente vedrà la luce. Tutti sono stati denunciati, dal più piccolo al più grande che ha sedici anni, appunto. L’inchiesta continua anche attraverso la visione dei filmati della video sorveglianza pubblica. Nei prossimi giorni la 12enne sarà assistita anche dal personale dei servizi sociali del Comune di Gragnano e dal centro anti-violenza di Castellammare.
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