Otto mesi d reclusione per Ubaldo Perrotta. Minacce di morte, tormenti, pedinamenti, maltrattamenti fisici ai danni della sua ex moglie. La tormentava attraverso passi della Bibbia e con appostamenti sotto casa della giovane donna.
L’imputato, assistito dall’avvocato Matteo Cardamone, ha patteggiato la pena definendo così la propria posizione. Ennesima vicenda di violenza questa che si riferisce al 2016 quando l’uomo, un operaio salernitano in cerca di occupazione, dopo essere stato lasciato dalla moglie, ha perso la testa e ha cominciato a perseguitarla.
Singolari le modalità utilizzate dallo stalker che, assiduo frequentatore di un gruppo ecclesiastico, e appassionato conoscitore della Bibbia, ha iniziato a perseguitare la donna attraverso citazioni tratte dal Libro del Siracide: “Verrà l’ira del Signore, il suo sdegno si riverserà sui peccatori”, “il male si riverserà su chi lo fa”.
L’uomo, come riporta l’edizione di Salerno de Il Mattino, era di fatto ossessionato dall’idea che la donna potesse intraprendere una relazione con un altro uomo, quindi la pedinava facendo sprofondare la donna, ogni giorno di più, in una tremenda angoscia e paura per la propria incolumità.
In più occasioni l’uomo l’avrebbe anche aggredita in strada, minacciandola costantemente di morte e spingendola a cambiare le proprie abitudini. Una situazione ingestibile, inaccettabile che ha spinto la vittima, dopo un breve calvario, a denunciare l’ex, raggiunto alcuni mesi fa dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla donna, firmata dal gip che ha accolto così la richiesta della Procura.
Nell’avviso di conclusione delle indagini, il pm ricostruisce il calvario della donna, le ripetute aggressioni e le minacce di morte condite dall’ossessione dell’imputato per le sacre scritture. Quella definita davanti al gup Perrotta attraverso il patteggiamento a otto mesi di reclusione con pena sospesa, è solo una delle tante storie che vedono vittime donne prese di mira dagli ex compagni incapaci di accettare la fine di una relazione. I numeri che attestano atti persecutori ai danni delle donne, sono infatti in continua crescita. Delle tante denunce formalizzate ogni mese a carabinieri, polizia e ai centri antiviolenza, solo alcune approdano in un’aula di tribunale.
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