Lacrime e commozione ai funerali dei due giovani di Giugliano morti in autostrada

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Giugliano. “Ora vai e corri tra le nuvole, resterai sempre nei nostri cuori”, firmato gli amici della sala giochi. Era questo lo striscione con il quale gli amici hanno voluto salutare il 27enne Alessandro Tizzano morto sabato notte  nei pressi di san Vittore lungo l’autostrada Roma Napoli mentre correva ad oltre 280 chilometri orari con la sua Porsche Carrera insieme con l’amico 18enne Alessandro Lottante morto anch’egli. I funerali dei due, entrambi di Giugliano si sono svolti a poca distanza l’uno dall’altro. Quelli di Alessandro si sono svolti nel Santuario dell’Annunziata. “Per motivi incomprensibili torniamo in maniera prematura alla casa del padre. Seppure stremati dal dolore dovete continuare ad andare avanti con forza. Voi giovani siete il futuro e la speranza della nostra città. Sappiate coltivare la vostra giovinezza con la certezza che il Signore non ci abbandona. A Maria Santissima affidiamo Alessandro affinché lo prenda per mano e lo accompagni in questo viaggio”. Così il parroco nella sua omelia ha voluto ammonire i giovani presenti rispetto alla tragedia.palloncini bianchi e striscioni anche per il funerale del 18enne Francesco Lottante che invece si è svolto nella parrocchia di San Masssiliano. “Francesco vivrai sempre dentro di noi”, “Tu non ci hai mai lasciato soli, ci hai solo preceduti, non ci hai abbandonati, hai solo percorso sentieri che prima o poi percorreremo tutti. Buon viaggio, Ciccio”. A celebrare l’omelia il parroco Stanislao Tozzi: “Non ci sono parole per spiegare una tragedia simile, La morte è un passaggio che tutti noi dobbiamo percorrere prima o poi. È quell’esperienza in cui tutti noi vediamo la fine della nostra esistenza. Ma parliamo della parte materiale della vita. Poi, comincia la nuova vita. Francesco era un giovane che amava la vita. Per lui la vita era tutto. È però bastato un nulla per lasciarci. Questa morte deve portare tutti voi giovani ad apprezzare questo dono che Dio ci ha fatto, la vita, per far sì che non venga portata via così all’improvviso. Lui, oggi, si presenta come un angelo ed è per questo che non ho voluto il viola ma il bianco. Per mostrare il bene, la leggerezza che Francesco esprimeva. Il nostro cuore è come trafitto da una strada. Non possiamo immaginare i dolori dei genitori. Possiamo solo stargli vicino. Il dolore dei genitori spiega l’amore verso il loro figlio che non c’è più”.

 

 


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