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Camorra, ecco come il clan Belforte controllava il traffico di droga nella zona di Maddaloni

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Questa mattina, il personale della Polizia di Stato ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, nei confronti di 19 persone, indagate in relazione al delitto di associazione a delinquere finalizzata al traffico ed alla commercializzazione di stupefacenti, aggravato dal metodo mafioso. Gli elementi probatori alla base dell’emissione della misura sono stati acquisiti nel corso delle attività investigative condotte a seguito dell’omicidio di Daniele Panipucci, freddato con un colpo d’arma da fuoco al volto a Maddaloni, nella serata del 25.5.2016. A seguito del grave fatto di sangue, la Squadra Mobile di Caserta traeva in arresto, il 13.2.2017, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, Antonio Esposito, Domenico Senneca e Antonio Mastropietro, per il delitto di concorso in omicidio e, per quanto concerne Antonio Esposito e Antonio Mastropietro, per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p., in quanto ritenuti organici al “clan Belforte- fazione Maddaloni”, operante nei Comuni di Maddaloni, Cervino, Valle di Maddaloni e Santa Maria a Vico. Nell’ambito delle attività investigative svolte in occasione del delitto, si acquisivano elementi atti a dimostrare la perdurante esistenza, sul territorio di Maddaloni, di un’associazione per delinquere finalizzata all’approvvigionamento e allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e crack e il “controllo” operato sulla commercializzazione degli stupefacenti, dapprima da Antonio Esposito, nella sua veste di reggente del locale sodalizio di stampo camorristico e poi da Antonio Mastropietro, che assumeva la gestione del clan dopo l’arresto dell’Esposito del 31.8.2016, (per il reato di lesioni gravi ai danni di un altro pregiudicato), ai quali, i singoli spacciatori, per l’esercizio delle attività di spaccio sul territorio maddalonese, erano costretti a versare varie somme di danaro oltre a sostanze stupefacenti destinate al loro consumo personale.  Le indagini della Squadra Mobile di Caserta, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno svelato l’estensione sul territorio maddalonese di una lucrosa e capillare attività di spaccio, svolta senza tregua, in un quartiere desolante e degradato, attività che aveva attirato gli interessi del clan Belforte, che da sempre esercita il controllo sul territorio di Maddaloni. In particolare, le attività investigative, oltre a delineare il ruolo di ognuno degli indagati, hanno consentito di individuare le maggiori piazze di spaccio maddalonesi e ricostruire le modalità di funzionamento della commercializzazione al dettaglio delle droghe, confermando, ancora una volta, la centralità del Rione IACP di via Feudo 54, sede di ben tre gruppi di spaccio facenti capo rispettivamente a Romano Fabio, alla famiglia Gagliardi/Bernardi e alla famiglia Zampella/Stefanelli, nel quale rivestiva un ruolo centrale, un figlio, all’epoca minorenne, che è stato altresì attinto da altro provvedimento restrittivo emesso dal Tribunale per i Minorenni di Napoli. Le investigazioni, inoltre, hanno palesato le attività di spaccio del gruppo facente capo a Padovano Antonio che, benché detenuto agli arresti domiciliari, non ha esitato a coinvolgere nelle attività di approvvigionamento e spaccio l’intera famiglia, compresa la moglie, all’epoca incinta, la sorellastra, nonché la nipote minorenne e il suo fidanzato. Il gruppo facente capo a Padovano Antonio aveva come canale di approvvigionamento dello stupefacente il casertano Belvedere Luigi, pregiudicato per reati in materia di stupefacenti, il quale, per il tramite del cugino Belvedere Pietro, riforniva quotidianamente di cocaina il gruppo di Padovano per le successive operazioni di spaccio al dettaglio. Nel corso delle indagini, la locale Squadra Mobile ha effettuato una serie di sequestri di sostanze stupefacenti destinate allo spaccio.

DESTINATARI DELLE MISURE CAUTELARI:

1. ANTELLI Giuseppe, nato ad Afragola, classe 1968, sottoposto agli AA.DD;
2. BELVEDERE Luigi, nato a Caserta, classe 1992, sottoposto alla custodia cautelare in
carcere;
3. BELVEDERE Pietro, nato a Maddaloni, classe 1988, sottoposto alla custodia cautelare in
carcere;
4. BERNARDI Antonietta, nata ad Arienzo, classe 1967, sottoposta alla custodia cautelare in
carcere;
5. CECERE Vincenzo, nato a S. Maria C.V., classe 1964, sottoposto ad obbligo di dimora;
6. D’AIELLO Erna, nata a Neckarelz (Germania), classe 1971, sottoposta alla custodia
cautelare in carcere;
7. ESPOSITO Antonio, nato a Maddaloni, classe 1978, già detenuto sottoposto alla custodia
cautelare in carcere;
8. FARINA Michele, nato a Maddaloni, classe 1991, sottoposto ad obbligo di dimora;
9. GAGLIARDI Orazio, nato a Maddaloni, classe 1994, già detenuto, sottoposto alla custodia
cautelare in carcere;
10. MADONNA Giuseppe, nato a Maddaloni, classe 1992, sottoposto alla custodia cautelare in
carcere;
11. MASTROPIETRO Antonio, nato a Maddaloni, classe 1978, già detenuto, sottoposto alla
custodia cautelare in carcere;
12. PADOVANO Antonio, nato a Maddaloni, classe 1977, sottoposto alla custodia cautelare in
carcere;
13. ROMANO Fabio, nato a Maddaloni, classe 1990, sottoposto alla custodia cautelare in
carcere;
14. SCHIAVONE Maria, nata a Taranto, classe 1985, sottoposta agli AA.DD.;
15. STEFANELLI Antonietta, nata a Maddaloni, classe 1975, sottoposto alla custodia
cautelare in carcere;
16. TAGLIAFIERRO Antonio, nato a Maddaloni, classe 1989, sottoposto alla custodia
cautelare in carcere;
17. TAGLIAFIERRO Mariano, nato a Maddaloni, classe 1996, sottoposto alla custodia
cautelare in carcere;
18. TEDESCO Biagio, nato a Maddaloni, classe 1992, sottoposto agli AA.DD.;
19. ZAMPELLA Aniello, nato a Caserta, classe 1999, sottoposto alla custodia cautelare in
Centro di Prima Accoglienza.


Articolo pubblicato il giorno 9 Aprile 2018 - 10:31


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