Nel giorno della Liberazione dal Nazifascismo, il Comitato Don Diana lancia l'appello contro le nuove forme di camorra, quasi una "road map" di progetti e azioni concrete per liberare una volta per tutte il territorio casertano dalla piaga mafiosa e renderlo piu' vivibile.Potrebbe interessarti
C'e' infatti la necessita' di rendere piu' efficace e concreto le collaborazioni socio-economiche tra imprese sociali e imprenditori sani del mondo profit. Si chiede poi esplicitamente di "ripartire dal rilancio socio economico del territorio di Castel Volturno come luogo prospettiva che vuol dire orientamento di risultato e avere obiettivi. Si tratta di risanare un territorio dalle potenzialita' enormi per troppi decenni abbandonato a se stesso". Sul tema dello sviluppo locale, il Manifesto propone "un nuovo sistema di welfare con al centro il riutilizzo dei beni confiscati, la cui ristrutturazione potrebbe essere inserita nei Piani triennali delle opere pubbliche o comunque nei piani urbanistici locali". Urge inoltre un "percorso di recupero dei familiari dei camorristi o degli stessi ex camorristi che espiata la pena decidono di cambiare vita, chiedendo una chance alla societa', e' chiaramente non oltre rinviabile. Alla base del percorso e' fondamentale la pubblica abiura di quell'ex camorrista o familiare, rispetto all'intero sistema criminale". Per ridurre e arginare il fenomeno della corruzione nella Pubblica amministrazione, che mina la fiducia dei cittadini, andrebbero previsti "migliori e piu' efficaci strumenti di valutazione e selezione della classe dirigente, la rotazione dei dirigenti di settore anche tra Enti diversi, soprattutto quelli degli Uffici tecnici, per evitare assuefazione e comportamenti abitudinari e a volte scontati e sfrontati". Bisognerebbe poi "stimolare la partecipazione e la semplificazione amministrativa per dare risposte piu' immediate e istituire un Osservatorio provinciale sulla corruzione".

                                    



