Slittano le discussioni e la sentenza al Processo d'Appello per il disastro ambientale avvenuto nella discarica Resit di Giugliano (Napoli), per il quale in primo grado sono stati condannati esponenti del clan dei Casalesi, imprenditori collusi e funzionari pubblici corrotti.Potrebbe interessarti
Camorra, oltre due secoli di carcere al clan del nuovo boss vesuviano Dario Federico. Tutte le condanne
Crac Deiulemar: condannata anche Mps
Sentenza storica a Benevento, il Tribunale riconosce la transizione: via libera al cambio di sesso e di nome
Camorra i pentiti raccontano Il carcere invisibile: telefoni, ordini e il potere dietro le sbarre
I periti mettono in risalto anche "l'assenza di adeguati presidi della matrici ambientali" e la circostanza che "non sono ancora completate le opere di messa in sicurezza permanente dei rifiuti mediante chiusura delle discariche"; fatto piuttosto rilevante visto che la discarica e' sotto sequestro giudiziario da quasi 15 anni. Altro aspetto evidenziato e' "l'incompletezza delle informazioni disponibili circa natura e quantita' delle varie tipologie di rifiuti conferite nel tempo...", per cui in mancanza di dati sufficienti, "non e' possibile effettuate valutazioni di tipo quantitativo circa la durata futura della contaminazione in atto". Tra le sostanze rinvenute in discarica, concretamente pericolose per la salute umana, vi sono i fluoruri, il cloroformio, il tetracloroetilene, il cloruro di vinile, il benzene, il dicloropropano. In primo grado la Corte di Assise di Napoli condanno' a venti anni di carcere il principale protagonista dello scempio ambientale, l'avvocato Cipriano Chianese, ritenuto l'inventore delle ecomafie per conto del clan dei Casalesi, a 5 anni e sei mesi l'ex sub-commissario per l'Emergenza Rifiuti Giulio Facchi, stretto collaboratore di Bassolino, per il quale il pm aveva chiesto 30 anni di carcere. Condanne anche per gli imprenditori del clan attivi nel settore dei rifiuti, come Gaetano Cerci (16 anni), i fratelli Elio, Generoso e Raffaele Roma, cui sono stati inflitti pene dai cinque anni e mezzo ai sei anni. La Resit, emerse, oltre ad essere usata dalla camorra per i propri traffici di rifiuti tossici dal Nord al Sud, fu utilizzata anche dal Commissariato per l'Emergenza in occasione di uno dei periodi piu' acuti della crisi rifiuti in Campania, a meta' degli anni 2000.
Rifiuti&Camorra, processo Resit: tempi lunghi per la sentenza
Notizie del giorno
Nessun articolo pubblicato oggi.






