Roma. Sconfitta Pd: Renzi annuncia le dimissioni ma solo ‘dopo’. Il segretario del partito analizza in una conferenza stampa la sconfitta elettorale, ma annuncia che il congresso si farà solo dopo il nuovo Governo. Una sconfitta che secondo Matteo Renzi impone “l’apertura di una pagina nuova”: “E’ ovvio che lasci la guida del Partito democratico – ha detto in conferenza stampa, annunciando che – come previsto dallo statuto ho chiesto di convocare l’assemblea congressuale al termine della fase di insediamento di nuovo Parlamento e del Governo”. Un congresso, precisa, da cui dovrà uscire “non un reggente scelto da un caminetto ma un segretario eletto dalle primarie”. Quindi Renzi afferma che il Pd non farà “inciuci” o la “stampella” di un Governo formato dalle forze estremiste: “Mi sento garante di un impegno morale politico e culturale – ha detto il segretario del Pd dimissionario – abbiamo detto no a un governo con gli estremisti”. “Fate il governo senza di noi. Il nostro posto in questa legislatura sta all’opposizione. Il Pd non diventerà la stampella di un governo delle forse anti-sistema”.
Analizzando l’esito del voto, Renzi ha osservato che “chi ha vinto non ha i numeri per governare. Un problema che nasce dalla vicenda referendaria di un anno e mezzo fa. Coloro i quali si sono opposti alla riforma, oggi sono vittime di quel modello. In questa campagna elettorale segnata dalle bugie – ha detto – ce n’è una più grande di tutte: non faremo mai accordi”. Renzi riconosce anche gli errori del Pd, e tra questi: “Il principale è stato non capire che bisognava votare in una delle due finestre del 2017 in cui si sarebbe potuta imporre una campagna sull’agenda europea”. La prima finestra, indicata da Renzi, era quella in concomitanza con le elezioni francesi, la seconda con quelle tedesche. “Non abbiamo colto quella opportunità”. “La sconfitta nel collegio di Pesaro – ha poi sottolineato – è il simbolo di questa campagna elettorale sulla quale dovremo riflettere a lungo. A Pesaro abbiamo candidato un ministro che ha fatto un lavoro straordinario, Marco Minniti ha saputo cambiare la percezione del problema migratorio e anche la sostanza della soluzione del problema con un lavoro che gli viene riconosciuto anche dagli avversari. Eppure il candidato del Movimento 5 stelle, per definizione degli stessi 5 stelle ‘impresentabile’ e nel frattempo scappato dalla campagna elettorale e andato in vacanza, è riuscito ad avere la meglio contro ogni valutazione di merito”.
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