Salerno. Erano fuorusciti da un impianto di depurazione in prossimità della foce del Sele, in provincia di Salerno, i dischetti spiaggiati sulle coste tirreniche da circa un mese. E’ stato finalmente risolto, grazie all'”intensa attività d’indagine” delle strutture centrali e periferiche del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera il mistero dell’inquinamento da dischetti di materiale plastico riversatisi copiosamente da giorni in più tratti costieri del Mar Tirreno Centrale, con picchi preso l’Isola di Ischia, sul litorale campano e su quello laziale tra Fiumicino ed Anzio. “Nel corso dell’intensa attività ricognitiva presso gli assi fluviali (Sele, Mingardo, Lambro, Irno, Tusciano, Volturno, Sarno, Carigliano) ricadenti nel territorio di giurisdizione delle Capitanerie di porto di Napoli, Salerno e Gaeta, è stata accertata, nelle vicinanze di un impianto di depurazione collocato in prossimità della foce del Sele e sugli argini dello stesso fiume, una ingente concentrazione di tali filtri”, spiega la Guardia costiera. “Dalle ulteriori verifiche svolte presso il depuratore sospetto – continua -, il personale della Guardia Costiera ha potuto accertare l’avvenuta fuoriuscita dei filtri che, a causa di un cedimento strutturale di una vasca dell’impianto, si sono riversati nel fiume Sele per poi confluire nel Mar Tirreno, dove per effetto delle correnti si sono distribuiti lungo le coste della Campania e del Lazio, fino a raggiungere il litorale meridionale della Toscana. L’inchiesta è stata affidata alla Procura di Salerno, delegandole alla Capitaneria di porto di Salerno. “Determinante – segnala la Guardia costiera- è stata l’attività del personale del Nucleo speciale d’intervento (Nsi) della Guardia Costiera, coordinato dal Reparto Ambientale Marino (Ram) cui il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha conferito espresso mandato al fine di fare luce sulla vicenda”.
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