"Sono quattro gli uomini che a Firenze corrispondono al profilo di una persona vicina ai fiancheggiatori dei brigatisti che, dal capoluogo toscano, nel 1978, gestivano il sequestro di Aldo Moro. L'uomo, tutt'ora in liberta', conoscerebbe anche i nascondigli delle armi mai ritrovate dei terroristi". Lo rivela il prossimo numero di Panorama, in edicola domani 15 marzo. "Il nome in codice con cui gli stessi brigatisti chiamavano questo militante e' Defilato. Tra le quattro persone individuate dagli investigatori - si legge nell'anticipazione diffusa dal quotidiano - una e' di origine straniera, un'altra gestisce un bar, una fa il sindacalista e un'altra partecipa a manifestazioni antifasciste. Defilato era in stretto contatto con chi accompagnava nei suoi soggiorni in Toscana Barbara Balzerani, l'unica donna presente durante l'agguato di via Fani. In seguito, l'uomo ha partecipato agli ultimi colpi di coda del terrorismo negli Anni 80 - gli omicidi di Ezio Tarantelli, Lando Conti e Roberto Ruffilli. E' stato poi protagonista della riorganizzazione delle Nuove brigate rosse, responsabili dell'uccisione dei giuslavoristi Massimo D'Antona e Marco Biagi".
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In pochi secondi la storia incrocia la vita di Ernesto Proietti, netturbino in servizio nella zona, che pochi minuti prima aveva visto in via Fani un'autovettura con degli uomini a bordo vestiti da aviere; li rivede trenta minuti più tardi, nascosti dietro la siepe di un bar: sono immobili, in silenzio. Ernesto non può immaginare che siano alcuni membri delle Brigate Rosse in procinto di rapire Moro. Anche Lorenzo Vecchione, avvocato romano, mentre sta prendendo l'auto per recarsi in ufficio si imbatte in alcuni uomini vestiti da steward. Francesco Pannofino, all'epoca dei fatti studente universitario e oggi attore e doppiatore di successo, è a pochi metri dal luogo del sequestro, di spalle, legge il giornale. Non vede la scena del rapimento ma sente tutto: la frenata delle macchine, il tamponamento, gli spari dei mitra. Si nasconde, e quando tutto è finito è tra i primi a raggiungere il luogo dell'agguato, a camminare, senza fiato, tra i corpi esamini degli uomini della scorta. Sergio Vincenzi, residente nella zona, si trova a pochi metri dal punto dell'agguato.
Assiste all'esecuzione degli uomini della scorta. Fissa negli occhi un brigatista: sono pochi istanti ma diventano interminabili. Riesce a trovar riparo dietro un'auto. Successivamente, di fronte alle foto segnaletiche di alcuni ricercati, riconoscerà in quel brigatista Prospero Gallinari. Il documentario spiega, con l'aiuto dello psichiatra Roberto Fornara, i risvolti psicologici di questa esperienza, e cosa può accadere nei comportamenti, nei ricordi, nei pensieri dei testimoni di un atto di terrorismo, nel 1978 come oggi. Il sequestro Moro. Gli altri testimoni è una produzione Light History in associazione con A+E Networks Italia ed è distribuito da Istituto Luce Cinecittà. La regia è di Mary Mirka Milo, che ne è anche l'autrice in collaborazione con Massimo Vincenzi, Michela Micocci e Valeria Castrucci. Il montaggio è di Giordano Gibbon, mentre le musiche originali sono di Fabrizio Bondi.





