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Anche i Vip tra i testi del prete esorcista: altri testimoni in Procura per accusarlo

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Claudia Koll e Sara Tommasi potrebbero a breve comparire nella lista dei testimoni che riguarda l’incredibile vicenda a carico di don Michele Barone e i suoi esorcismi. Al momento però, è certa la  convocazione di Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus, che entra in questa storia proprio perché citato da don Michele. In una intervista del 2012, il sacerdote dichiarò infatti ad Affari Italiani: “Nel 2004 ho conosciuto il direttore generale della Juventus Luciano Moggi. Ci siamo conosciuti al Santuario del Divino Amore e lì è nato un rapporto d’amicizia molto stretto tra me e lui, tanto che ogni volta in cui c’erano le partite, qualche ritiro, qualche situazione particolare per la squadra, era sempre disposto a invitarmi. Voleva che andassi lì a fare una preghiera per i calciatori, seguirli spiritualmente”. Secondo la procura, quel legame è andato avanti e sentire Moggi e gli altri personaggi famosi in qualità di testimoni potrebbe contribuire a delineare la reale dimensione degli affari che il sacerdote avrebbe gestito nel corso del tempo non solo in Campania. 
Intanto dalle persone a lui più vicine e dai luoghi in cui erano concentrate le sue attività, come riportato dall’edizione di Caserta de Il Mattino, stanno arrivando le informazioni che la squadra mobile di Caserta, diretta da Filippo Portoghese, ha iniziato a cercare sin dal luglio del 2017. E il video che ritrae un uomo apparentemente disabile picchiato sulla testa con una croce ha costituito, ieri, il momento topico della lunga udienza dinanzi ai giudici del Riesame di Napoli, chiamati a decidere se don Michele Barone e il poliziotto Luigi Schettino possono tornare liberi.
Il filmato era sul pc del sacerdote accusato di abusi e maltrattamenti ai danni di una minore e, da due giorni, anche di averle procurato uno sfregio permanente. Nel corso delle perquisizioni al tempio di Casapesenna e in altri luoghi frequentati dal sacerdote sono però stati trovati anche altri video inquietanti. Frame che immortalano esorcismi e che, secondo l’accusa, il prete custodiva per farne una sorta di testimonianza che lo accreditasse come grande esorcista e religioso in grado di scacciare il diavolo.
Il pool che si sta occupando del caso, ha raccolto anche una serie di intercettazioni telefoniche ritenute “altamente probatorie” sia delle condotte di Barone che di quelle del vicequestore di polizia Luigi Schettino, ai domiciliari con l’accusa di aver cercato di far ritirare la denuncia contro il prete e di non aver fatto nulla per fermare le violenze. Quei dialoghi, dunque, proverebbero il rapporto simbiotico tra i due e il patto di mutuo soccorso in base al quale il poliziotto avrebbe tentato di indurre la sorella della vittima a ritrattare le accuse a Barone, a quanto pare aiutato da un secondo ispettore di polizia.
La setta di Michele Barone, si va segretolando man mano che le indagini proseguono e, da ieri agli atti, ci sono anche altre cinque testimonianze e spontaneamente altre cinque persone si sono presentati in procura per riferire di altri casi di abusi spacciati per esorcismi: don Barone praticava esorcismi non essendo autorizzato dalla Diocesi e malmenava le presunte indemoniate, alcune sostengono di essere state abusate sessualmente.
Oltre la ragazzina di quattordici anni, la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha emesso una nuova misura cautelare a carico di don Michele Barone accusato di maltrattamenti, vessazioni e violenze fisiche su altre due donne. Sulle pratiche esorcistiche di Barone nei giorni scorsi erano stati ascoltati come persone informati dei fatti, sia il vescovo di Aversa Angelo Spinillo e sia don Carlo Aversano unico esorcista ufficialmente incaricato dalla diocesi.
Don Carlo, che è parroco della chiesa del Santissimo Salvatore di Casal di Principe, dalle pagine de Il Mattino aveva spiegato che “per cacciare il male non c’è bisogno di alcuna violenza, basta solo avvicinarsi e pregare”.
“Tutto quello che sta avvenendo ci lascia sbalorditi e siamo per primi addolorati” – commenta don Picone che guida la parrocchia di San Nicola di Bari nel quartiere Larina a Casal di Principe -. “Ho la sensazione che stiamo facendo molta confusione e che a volte si procede per un sentito dire” – continua do Picone – “E’ giusto invece ricordare che da parte del vescovo Spinillo fin dai primi accadimenti, sono state attivati tutti i provvedimenti previsti. Si è creata l’idea che la chiesa voglia insabbiare e nascondere, ma non è così. E’ altrettanto ovvio che dobbiamo essere attenti a non ragionare solo di pancia. La situazione va analizzata, non vogliamo in alcun modo negare la verità ma vogliamo solo avere più tempo per capirla bene”, conclude don Picone.


Articolo pubblicato il giorno 15 Marzo 2018 - 13:11

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