Il pm ha chiesto nove mesi per un imprenditore sorrentino che si occupa di tendaggi per la morte di Giovanni Celentano, l’operai deceduto l’ottobre del 2013 precipitato da una terrazza dell’hotel San Pietro di Positano mentre si occupava della manutenzione di alcuni tendaggi.
Secondo l’accusa l’uomo non aveva tutte le imbracature di sicurezza necessarie che avrebbero evitato la caduta nel vuoto. L’operaio era intento a smontare una teda quando improvvisamente la scala su cui era salito è scivolata. Celentano fece un volo di circa trenta metri, cadendo sulle rocce della costiera morendo sul colpo. Secondo il pm quella scala non era stata ancorata al muro e lui non aveva le dotazioni di sicurezza che avrebbero dovuto garantire di lavorare senza incidenti. Inizialmente gli indagati erano due, in un primo momento nel mirino della procura finì anche la proprietà dell’albergo ma la posizione è stata poi archiviata. Per recuperare il corpo fu chiesto anche l’intervento di un elicottero dei vigili del fuoco, sul posto giunsero anche i militari della guardia costiera e i carabinieri che hanno eseguito le indagini di rito. L’urto, secondo i rilievi, sarebbe stato fatale e infatti l’uomo è morto sul colpo. Dopo quasi cinque anni questa terribile storia sembra giungere a conclusione. Il prossimo 27 aprile dovrebbe essere emessa la sentenza dei giudici.
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