Inchiesta Fanpage, Piccinini: ‘Anche la Procura ha usato l’ex camorrista Parrella’

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Il pentito di camorra Nunzio Perrella non e’ stato usato nell’inchiesta di Fanpage come agente provocatore. Lo dice, in una intervista al Corriere della Sera, lo stesso direttore di Fanpage, Francesco Piccinini. “Non e’ cosi’ – spiega -. Perrella e’ stato il nostro grimaldello per arrivare dove da soli non saremmo potuti arrivare. Ma l’inchiesta e’ giornalistica e risale a prima di incontrarlo”. Perrella, aggiunge, “e’ un pentito che le Procure hanno ritenuto affidabile e utilizzato per anni. Perche’ noi avremmo dovuto regolarci diversamente?”. Su come sono entrati in contatto, Piccinini spiega: “Stavamo indagando su come la camorra smaltisce i veleni e lui ci ha condotti in un terreno a Ferrara dove erano state sepolte grandi quantita’ di amianto. Si e’ sparsa la voce che era tornato a occuparsi di rifiuti e gli sono arrivate mille proposte. Allora abbiamo pensato di mettergli una telecamera addosso”. Perche’ andare da Roberto De Luca? “Ci interessava la questione ecoballe – risponde -, che gestisce la regione di Vincenzo De Luca. E una mia fonte interna a Palazzo Chigi mi aveva detto che per arrivare a De Luca padre bisogna passare per i figli”. E ieri su facebook Roberto De Luca dopo il suo intervento in cui ha annunciato le dimissioni da assessore al bilancio al comune di Salerno, ha spiegato ancora una volta il suo punto di vista:”E’ chiaro a tutti ormai che è stata messa in piedi, con l’ingaggio addirittura di ex camorristi, una provocazione vergognosa, per inquinare e condizionare la campagna elettorale. So io, e sanno tutti, che per quello che mi riguarda non c’è assolutamente nulla di nulla. Noi lavoriamo da sempre all’insegna della correttezza, del rigore, e dello spirito di servizio ai cittadini. Ora però dobbiamo contrastare, con tutte le forze, il processo di imbarbarimento che tocca la vita pubblica del nostro Paese. E dunque occorre mettere in campo ogni energia per vincere la sfida elettorale. Io non intendo offrire alibi a nessuno, né pretesti per operazioni di aggressione politica o per qualunque azione che possa provare a infangare il mio partito, l’istituzione che rappresento o la mia famiglia. Pertanto ho rimesso il mio mandato al sindaco Napoli, per consentire a tutti noi di concludere con slancio ed entusiasmo questa campagna elettorale. Ribadisco la mia piena fiducia nell’azione della Magistratura. Ma provo in questo momento un sentimento di rabbia e di indignazione per la violenza inaudita esercitata nei miei confronti. Ho sentito il dovere, ancora più per le mille attestazioni di solidarietà che ho ricevuto, di prendere una iniziativa che confermasse, agli occhi di tutti, che noi siamo portatori di valori di correttezza, di trasparenza e di impegno civile, oltre ogni interesse personale. Mi auguro che questa mia decisione sia per tutti noi uno stimolo in più per combattere, con determinazione, passione, entusiasmo e a testa alta, la nostra battaglia politica e di civiltà”. Ci è andato invece giù duro su twitter il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris: “A Napoli abbiamo eliminato emergenza rifiuti e distrutto il Sistema tra politica, affari e camorra. Tra Regione Campania e Salerno coraggiosi giornalisti scoperchiano sistema tra criminalità organizzata, affari e politica. Le nostre mani pulite contro chi attenta alle nostre vite”.




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