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Rubavano solo Smart dai centri commerciali: 4 in carcere, 3 ai domiciliari

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Le Smart: era solo questo il modello di auto che la banda rubava dai Centri commerciali di Napoli e Provincia e Caserta e provincia, in qualche caso si era spostati anche a Roma. I componenti della banda delle Smart sono stati tutti scoperti e arrestati stamane all’esito di una indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, dai Carabinieri della Compagnia di Marcianise che hanno dato esecuzione ad un’ ordinanza applicativa della misura cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di 7 indagati di nazionalità italiana (per 4 persone è stata applicata la custodia cautelare in carcere e per 3 quella degli arresti domiciliari), persone ritenute responsabili del reato associazione per delinquere finalizzata al furto, alla ricettazione e al riciclaggio di autovetture modello Smart. Le indagini esperite dal mese di agosto 2016 al mese di febbraio 2017, hanno infatti consentito di rivelare l’esistenza di una associazione per delinquere, operante nelle province di Napoli e Caserta, finalizzata al compimento di furti di autovetture modello “Smart” nonché di delitti di ricettazione e riciclaggio di tali veicoli e/o di parti di essi. Le indagini venivano originate da un furto di una vettura modello Smart consumato all’interno del parcheggio del Centro Commerciale “Campania”, sito nel comune di Marcianise, luogo ove insistono i più importanti Centri Commerciali della Regione. Nel prosieguo delle indagini svolte mediante attività tecniche di intercettazione telefonica/ambientale e combinate con le tradizionali attività di polizia giudiziaria (servizi di osservazione, pedinamenti e sequestri), i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Marcianise hanno individuato le persone arrestate quali responsabili di molteplici furti di veicoli tipo Smart.
Alcuni degli arrestati risultavano inoltre in possesso di conoscenze tecniche utili ad eludere gli antifurti e i sistemi elettronici di inibizione alla messa in moto senza chiavi originali, utilizzando sia chiavi “passepartou”, acquistate su circuiti internazionali di vendita on-Iine, sia sistemi di isolamento dei segnali GPS, tecnicamente chiamati “Jammer”.
I numerosi furti accertati venivano consumati nelle province di Napoli, Caserta e nel comune di Roma; in particolare gli autori, dopo aver individuato le auto da rubare ed agendo con estrema rapidità, si impossessavano delle stesse per poi tornare nella provincia di Caserta a bordo della singola vettura così sottratta.

Le indagini hanno inoltre permesso di far emergere i rapporti di stretta collaborazione e di “mutuo soccorso” tra gli indagati, intessuti per operare in modo seriale ed efficace, così disvelando l’esistenza di una associazione per delinquere finalizzata, come detto, oltre che ai furti e alla cannibalizzazione delle autovetture, anche della ricettazione e del riciclaggio dei veicoli e/o di parti di essi, veicoli che venivano convogliati, dai membri del sodalizio, verso l’officina gestita da uno di essi. Uno dei destinatari della misura restrittiva, eseguita in data odierna, era solito riciclare pezzi di ricambio dei veicoli illecitamente sottratti ponendoli successivamente in vendita su vari siti specializzati on line, spesso su commissione di occasionali acquirenti, ignari della reale provenienza delle parti dell’autovettura.Grazie alle investigazioni svolte è stato possibile sia trarre in arresto due persone in flagranza di reato per il furto di una Smart consumato nel comune di Caserta, sia recuperare e restituire ai legittimi proprietari numerose autovetture Smart sottratte dai componenti dell’associazione, per un valore calcolato superiore al 150.000 Euro.


Articolo pubblicato il giorno 19 Gennaio 2018 - 09:37

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