Lippi: ‘Scudetto? Può essere l’anno buono del Napoli’

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Lippi: “Napoli in pole per lo scudetto, può essere l’anno buono” . Questo Napoli è da scudetto. Parola di Marcello Lippi, ex ct azzurro, ospite di “Radio Anch’io Sport” su RadioUno che ha fatto le carte al campionato: “L’Inter ha fatto un inizio fantastico, così come la Roma, poi si sono perse un po’ per strada ma assieme alla Lazio, magari grazie al mercato, possono ritornare. E poi c’è una contendente convinta e qualificata per la solita Juve che è il Napoli. Potrebbe essere l’anno giusto, è primo in classifica, ci crede. L’Europa League gli darà un po’ di problemi, la rosa non larghissima e l’attitudine a non cambiare molto potrebbe condizionarli ma la loro convinzione e un ruolino di marcia fantastico in trasferta ne fanno un’autorevolissima candidatura per lo scudetto. Sarri si lamenta che nelle prossime giornate giocherà sempre dopo la Juve? Sono schermaglie da vertice, ogni anno ce n’é una. I campionati non si decidono con queste cose, vince sempre il più forte, caratterialmente e a livello di organizzazione”.  “Spalletti ha fatto notare alla società che mancava qualcosa e adesso credo che l’Inter potrà tornare a essere dietro quelle due e magari rientrare in corsa. Di Francesco si è di fatto subito apprezzare nonostante lo scetticismo e ha coinvolto i giocatori e non era facile. Dzeko? L’eventuale cessione di Dzeko? Potrebbe anche essere una cosa bella puntare tutto su Schick e Defrel”. E poi c’e’ la Lazio: “Ha un ds come Tare che e’ straordinario che sa scegliere i giocatori, mettono i giocatori nelle condizioni di esplodere. Poi Inzaghi e’ veramente bravo in tutto”. Sulla Var dice: “Secondo me all’85% ha fatto cose importanti e per il 15% ha sbagliato qualcosa, ma vista la novità si può anche accettare. Di sicuro la cosa importante è la qualità delle persone che prendono le decisioni”. Buffon “qualsiasi cosa farà, la farà bene”. Sarebbe potuto tornare in Figc come dt ma è stato bloccato da “una nuova regola nella quale c’era scritto che un procuratore non poteva esercitare la sua professione se aveva un parente in Federazione. Mi e’ sembrato un po’ strano firmare un pre-contratto e poi scoprire che chi aveva firmato quello statuto non si ricordava di quella regola”. Per il futuro osserva: “Bisogna fare una società, una Federazione, con delle persone che conoscono il calcio”.

 


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