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Incidenti fasulli, la banda aveva anche il tariffario: con e senza feriti

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Incidenti fasulli c’era anche un tariffario (con o senza feriti), nell’organizzazione della famiglia Temperato di Villa di Briano in provincia di Caserta e sgominata ieri dai carabinieri con 14 arresti e 54 indagati. L’agenzia dei Temperato era diventata addirittura una sorta di punto di riferimento per chi era in difficoltà economica e al quale non resta che rendersi protagonista di quel meccanismo perverso dei testimoni dei falsi incidenti per ottenere un po di soldi in cambio. È quanto emerge nel corso di una intercettazione tra i Temperato (padre e figlio) e tale Giuseppe Ingannato al quale Temperato chiede schiettamente: “Ma tu quanto vuoi prendere?”. E l’uomo senza farsi scrupoli spiega: “A me servono dei soldi, quattrocento, cinquecento euro, sono nei problemi. Mi trovo in problemi seri”.  E quindi Mario Temperato (uno dei 14 arresti) lo rassicura: “Cinquecento euro vedo di fartele recuperare senza feriti, qua e là senza feriti, però senza feriti 500 euro non si fanno. Per 400 già potevo. Oggi che cos’è giovedì? Lunedì parlo con il mio avvocato e non c’è nessun tipo di problema, però fammi parlare prima con l’avvocato, ti chiamo lunedì sera. Non ti devo far fare tarantelle, ti devo garantire serietà perché per me va bene che ti rivolgi a me perché gestisco io le tue situazioni. Non ti faccio trovare mai nei casini perché oggi si passa subito nei casini”. FGli indagati non sapevano di essere intercettati e parlavano liberamente. Temevano invece che invece i carabinieri (cose realmente avvenuta) avessero invece piazza telecamere davanti all’ufficio e a una delle officine utilizzate per lo smontaggio delle auto.

In manette sono finiti Paolo Di Martino; Giuseppe Temperato e i figli Luigi e Mario di Villa di Briano. E poi: Salvatore Santoro di San Marcellino e Angelo Maisto, Roberto Pellegrino – vittima di un agguato teso dal pentito Attilio Pellegrino tre anni fa – e Giovanni Lama. Gli arresti domiciliari sono scattati per gli avvocati Paolo Pellegrino e Giuseppina Picone di Teverola, Vincenzo e Luigi Scalzone di Casal di Principe, gestori di una concessionaria.
Domiciliari per Tommaso Cavallo e Domenico Cerullo. Il gip Valentina Giovanniello ha imposto l’interdizione dalla professione di avvocato per sei mesi per le toghe Vincenzo Avolio di Teverola e Nicola Russo di Aversa. Divieto di dimora in provincia di Caserta per Antonio Della Corte, Raffaele Di Martino, Giuseppina Intelligenza e Giuseppe Di Martino. Fra gli indagati c’è anche la consigliera comunale di Casal di Principe, Nevia Mottola – in maggioranza con il sindaco Renato Natale – moglie di Paolo Pellegrino, arrestato, e un falso perito assicurativo, Mario Giuseppe Maietta che avrebbe esercitato nello studio di Donato Santoro. L’inchiesta è nata alla Dda, grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Attilio Pellegrino (braccio destro del boss Zagaria), Salvatore Caterino e Fabrizio Cannavacciuolo.

Il modus operandi della banda dei falsi incidenti emerso e’ di quelli gia’ visti in altre inchieste simili, con falsi incidenti stradali realizzati attraverso la complicita’ di carrozzieri, che simulavano danni per veicoli mai incidentati, dei periti dell’assicurazione, alcuni senza titolo abilitativo, il cui compito era di accertare danni mai avvenuti; c’erano poi i falsi testimoni e gli avvocati che portavano la causa, basata su fatti totalmente inventati, davanti al giudice di pace, che poi convocava le compagnie assicurative e le condannava al risarcimento. In alternativa, capitava che i vertici dell’organizzazione, qualificandosi come danneggiati o avvocati della parte lesa, cercassero transazioni in via stragiudiziale con i liquidatori delle compagnie, ottenendo anche in questo caso rimborsi non dovuti. Tra gli espedienti adottati quello di montare sulla macchina falsamente incidentata pezzi di ricambio gia’ danneggiati; l’auto poi veniva colpita con una mazza da baseball nel luogo e nell’ora in cui si denunciava il sinistro. Gli inquirenti hanno inoltre scoperto come gli indagati si servissero di due societa’ fittizie per la produzione di falsi preventivi di spesa e di false fatturazioni per un totale di 250mila euro. In una nota il procuratore Francesco Greco sottolinea come “l’indagine sia manifestazione di un ben noto e diffuso sistema illecito che, soprattutto nel nostro territorio, cosi’ gravemente incide, a danno dei cittadini, con l’ingiustificato innalzamento delle tariffe”. Il giro d’affari della banda dei falsi incidenti accertato e’ di oltre un milione di euro. Una mega truffa ai danni di Axa, Generali, Direct Line, Groupama, Nationale Suisse, Itas Mutua, Unipolsai, Helvetia e altri.

  • Mario Amosi
    Francesco Arboretto
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Articolo pubblicato il giorno 17 Gennaio 2018 - 19:27

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