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Il Presepe Vivente contro la violenza: la seconda edizione di ‘Na Luce dint’a Matalèna’

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Torna il Presepe Vivente della Maddalena “‘Na Luce dint’a Matalèna”. Dopo la prima edizione dedicata alla memoria di Maikol Giuseppe Russo (vittima innocente della criminalità, raggiunto da un proiettile vagante durante una stesa), si riaprono le case del rione tra Forcella e Piazza Garibaldi: via Postica Maddalena, vico Sopramuro e tutta l’area diverranno un presepe che invade strade e case dalle ore 17.00 alle 20.00 del 28 dicembre .
Oltre ai figuranti in costume, arte e musica, con gli interventi musicali del Coro della Basilica del Carmine Maggiore e la Banda Musicale don Bosco, “Questa manifestazione – spiega Don Luigi Calemme, parroco della Chiesa dell’Annunziata Maggiore – vuole essere un’opportunità che il quartiere vive nella distensione delle festività natalizie per dimostrare che è una porzione viva della città di Napoli. Far parlare della Maddalena non per gli episodi criminali significa offrire l’immagine autentica di persone che riescono a trasformare davvero le spade in falci. Il 28 dicembre vivremo insieme, quindi, una manifestazione sì religiosa, ma che sarà anche la celebrazione di energie positive a 360 gradi dove anche l’arte troverà il suo spazio. Pulcinella sarà quasi un Maestro di cerimonie, che inviterà a volgere lo sguardo verso quella stalla (la cappella dell’Arciconfraternita Santa Maria delle Grazie dei Bianchi detta dei Verdummari) dove la Sacra Famiglia ci ricorderà di non perdere di vista l’essenziale”. “La Chiesa – continua Calemme – è promotrice di questo movimento costruttivo di idee, ma il Presepe vivente si estende in maniera ampia, totale, assoluta, coinvolgendo tanto i bambini della catechesi quanto i ragazzi dell’oratorio con le rispettive famiglie, fino alle associazioni di volontariato. Quest’anno Asso.Gio.Ca, che opera su Piazza Mercato e dintorni, metterà a disposizione i suoi talenti per allargare la famiglia dei figuranti”. “Il successo inatteso ed indimenticabile dello scorso anno – conclude Calemme – ci ha incoraggiati a ricostruire questo momento comunitario che sia l’augurio per un anno sereno dove gli unici fuochi che vogliamo vedere sono quelli che partono dai cuori di chi l’amore per la sua città lo vive in maniera crea(t)tiva”




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