E' stata aperta un'inchiesta per la morte in carcere di un detenuto durante la notte scorsa dopo essere stato arrestato dai carabinieri per sequestro di persona e rapina.Potrebbe interessarti
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Il giovane, pregiudicato e tossicodipendente, sarebbe morto in cella per infarto. Il magistrato della Procura ha ordinato l'autopsia. La ragazza arrestata e' stata a sua volta soccorsa in carcere per una crisi da overdose. L'anziana aggredita e' stata curata in ospedale per ferite con dieci giorni di prognosi. Emilio Fattorello, segretario del Sappe spiega: ''Nella notte di Natale è morto nel sonno un detenuto di 24 anni, arrestato poche ore prima per rapina e altri reati nei confronti di una anziana signora. Si presume che lo stesso abbia fatto uso di alcol e/o sostanze stupefacenti prima dell'arresto ma sarà l'esame autoptico a chiarire la vicenda. Il soggetto, arrestato con la compagna ed altro complice, ha fatto ingresso in Istituto nella serata del 24 - spiega Fattorello - La donna, tratta in arresto e compagna del detenuto deceduto, poco dopo l'accesso in carcere è stata colta da overdose e salvata in extremis dall'intervento di Polizia Penitenziaria e personale medico che ha provveduto al ricovero urgente al pronto soccorso.
Il detenuto, invece, idoneo alla visita sanitaria di primo ingresso, sembra non aver dato segni di sofferenza: anche i compagni di cella non si siano accorti del trapasso del compagno". "La morte in carcere è una sconfitta per tutti e crea malessere e conseguenze negative su chi vi opera, soprattutto sulle unità della Polizia Penitenziaria che resta e sarà sempre in prima linea a fronteggiare l'emergenza molte volte drammatica così come accaduto la Notte di Natale ad Avellino, emergenza gestita sempre con pochi uomini e mezzi insufficienti'', sottolinea Fattorello. Donato Capece, segretario generale del Sappe, è netto nella denuncia circa la realtà della situazione penitenziaria: ''Il sistema delle carceri non regge più, è farraginoso. I vertici dell'Amministrazione Penitenziaria e del Ministero della Giustizia hanno smantellato le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8/10 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali.
Altro che le favole che raccontano taluni politici che nessuna rappresentanza hanno nel Parlamento e che sfruttano le criticità penitenziarie per avere una visibilità che altrimenti non avrebbero. Il carcere non è terra di presunti innocenti e disgraziati. E' anche terreno fertile di violenti, criminali e delinquenti che sfogano la loro frustrazione verso le leggi dello Stato contro le donne e gli uomini appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, che stanno in prima linea 24 ore al giorno e non solamente i pochi minuti di annunciate visite politiche, utili solo alla visibilità di chi le effettua''.
Detenuto morto in carcere ad Avellino: aperta un'ìnchiesta
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