Camorra: la Cassazione scarcera il boss Ruocco ‘o melonaro, erede di Alfieri

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E’ stato scarcerato il presunto boss dell’area Nolana, Aniello Ruocco ‘o melonaro. La Cassazione infatti ha annullato la condanna a suo carico sancendo in maniera definitiva che il clan Ruocco, che secondo gli inquirenti controlla gli affari illeciti del Nolano avendo preso l’eredità del clan Alfieri, non esiste. Il presunto boss fu arrestato nel 2008 insieme Salvatore Somma e Michele La Marca.
Erano accusati da due pentiti, il primo era Umberto Panico del clan Nino, e il secondo era Vincenzo Amato, del clan Ruocco. I due avevano ricostruito, secondo l’accusa, il ruolo di capoclan del boss Ruocco che aveva gestito gli affari criminali nella zona di Piazzolla di Nola in nome e per conto di Alfieri di cui era un erede. In primo grado fu condannato a 15 anni di reclusione, come capo del clan Ruocco. In appello arrivò già il primo importante risultato e la condanna da 15 crollò ad 8 per l’applicazione della legge del 2005, in quanto pur se arrestato nel 2008, i reati contestati erano relativi al 2005.
La Cassazione, in prima battuta annullò il processo e rinviò tutto in corte d’Appello. Lì ci fu il ribaltone. Per Ruocco, ci fu la derubricazione da associazione a delinquere di stampo camorristico ad associazione a delinquere semplice finalizzata alle truffe. I pentiti furono dichiarati non credibili e la pena scese a 6 anni. Il pm della Dda Simone Di Monte presentò un nuovo ricorso per Cassazione che il Pg ha dichiarato inammissibile e la Suprema Corte ha annullato senza rinvio. Il clan Ruocco, in pratica, non esiste. Ruocco dopo anni di detenzione è stato scarcerato e c’è già fermento tra gli investigatori.

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